Prima di abbracciare la vita religiosa è stato ufficiale di Marina, ma anche volontario. Come ha sottolineato il Vescovo ora sarà “al servizio della Parola di Dio, dell’Eucarestia e della Carità”.

Con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo monsignor Giovanni Santucci, Tommaso Forni Niccolai Gamba, seminarista della comunità di San Filippo Neri di Filetto, fondata da don Piero Cantoni, è stato ordinato diacono nella Cattedrale di Massa. Il sacro rito è avvenuto venerdì scorso, nella festa di San Carlo Borromeo, patrono del Seminario diocesano. Con il vescovo Giovanni hanno concelebrato numerosi sacerdoti. Presenti anche i diaconi permanenti e i seminaristi nonché rappresentanze militari, del Sovrano Ordine di Malta e dell’Unitalsi. Don Tommaso Forni, 44 anni, prima di abbracciare la vita religiosa è stato ufficiale di Marina, ma anche volontario, giornalista (La Nazione), attore, e tra i «novizi» del Santuario di Montenero. Il diaconato per chi è in cammino verso il sacerdozio diventa una scelta di vita definitiva. Lo ha ricordato il Vescovo nella sua omelia. “Stasera – ha detto mons. Santucci – scegli di essere servo e nel dono che fai a Dio e ai fratelli della tua persona esprimi la dedizione totale, il perderti nel cercare il bene. D’ora in poi sarai al servizio della Parola di Dio, dell’Eucarestia e della Carità”. “Tradurre tutto ciò in gesti concreti non è facile. Padre sia fatta la tua volontà, diciamo nel Padre Nostro. Poi però facciamo cose diverse, prendiamo strade divergenti, assumiamo decisioni lontane le une dalle altre”. Per non smarrirsi occorre allora “ricercare la volontà di Dio nelle persone e negli avvenimenti, assumendo gli atteggiamenti di Gesù, maestro e modello. Padre non la mia, ma sia fatta la tua volontà fino al dono della vita, come fa il Buon Pastore, per le sue pecore”. Mons. Santucci ha poi spiegato il senso del rito di ordinazione e il significato dell’obbedienza: “le promesse che farai davanti a tutti propongono quanto è il diaconato: obbedienza a Dio, scelta celibataria, fino all’ultima quando metterai le tue mani nelle mie e ti chiederò l’obbedienza. L’obbedienza è la fedeltà del Servo fedele, che non sarà in una Chiesa astratta e lontana, ma in una Chiesa vicina, in questa Chiesa di Massa Carrara – Pontremoli, e ad una persona concreta, me, che per grazia di Dio sono qui come Vescovo”. Ed ha proseguito “come diacono, esprimi il tuo legame con il Signore, nella comunione con me, tuo Vescovo, perché l’obbedienza al Signore non sia fantasiosa ma concretissima. Questo ti preoccupa? Tranquillo, questo preoccupa me, è il mio pensiero costante, è la mia pena ogni giorno. In questo cammino di fedeltà al Signore c’è una risorsa infinita a noi donata: la certezza del suo amore fedele. Io sarò con voi tutti i giorni. Dopo la consacrazione diaconale ti verrà consegnato il libro del Vangelo, di cui sarai diventato l’annunciatore. Credi sempre a ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni”. Al termine, come previsto dal Rito, Tommaso ha assunto gli impegni propri del diacono. Al canto delle litanie dei santi, si è prostrato a terra, in segno di sottomissione totale a Dio e di comunione con la Chiesa celeste. Quindi in Vescovo gli ha imposto le mani e i “confratelli diaconi” lo hanno aiutato ad indossare le vesti proprie: stola e dalmatica. A questo punto il Vescovo gli ha consegnato il libro dei Vangeli e ha stretto con lui l’abbraccio di pace. La celebrazione è poi proseguita con la liturgia eucaristica. Alla comunione, don “Tommaso” è sceso dal presbiterio per porgere l’eucarestia a familiari, parenti ed amici. Il canto Totus tuus eseguito dal Coro della Cattedrale ha accompagnato il congedo dei concelebranti.
R.B.