Marzo fedele al “double face”

Pur restando saldo nel suo intendimento di voler cambiare in peggio, il tempo di marzo è stato galantuomo per la maggior parte dello scorso fine settimana: i sette giorni consecutivi di cielo sereno o poco nuvoloso, succedutisi dal 2 all’8 (già un mezzo miracolo!), hanno ceduto il posto ad una domenica 9 dal ritrovato cielo grigio, ma senza che le precipitazioni condizionassero il dì di festa fino a pomeriggio inoltrato.
Ora, il tempo vuole “smatteggiare” di nuovo, ma non c’è motivo di lamentarsi dopo aver goduto di un avvio del mese così radioso. Le innumerevoli giornate cupe dell’inverno avevano indubbiamente alimentato il desiderio di luce e di condizioni atmosferiche adatte per passare qualche ora all’aperto.
Le forti escursioni termiche, specie a fondovalle, consigliavano tuttavia il consueto abbigliamento a cipolla, atto ad affrontare il gelo dell’alba e dell’aurora per poi farsi bastare una giacca nelle più tiepide ore pomeridiane.
In varie località, si toccavano i 20°C di temperatura massima poche ore dopo le minime sottozero del primo mattino. L’andamento del termogramma si presenta, in questi casi, come una parabola quasi perfetta, sempre che non vi siano elementi che ne disturbano la curva, ad esempio passaggio di nubi o destarsi improvviso del vento.
Speculare all’andamento della temperatura, è la curva dell’umidità relativa, che raggiunge il massimo in corrispondenza del minimo di temperatura e viceversa il minimo quando la temperatura tocca il punto più alto.
Peculiarità di quelle giornate serene, senza vento o con giusto un debole regime di brezza, è il rapido mutare delle condizioni termo-igrometriche ora dopo ora, al punto che calcolarne la temperatura media deriva dalla necessità di avere un indice termico sintetico; tale valore “medio” lo si vive solo per pochi istanti durante l’aumento della temperatura in mattinata e durante la discesa fra tardo pomeriggio e la serata.
Al contrario, in queste giornate umide, grigie e piovose che sono tornate a dominare, la cui temperatura muta poco tra la notte e il dì, il dato medio lo si sperimenta per diverse ore sia la notte che il mattino, il pomeriggio e la sera e gli estremi termici si possono anche verificare in qualunque momento delle 24 ore.
La prima decade di marzo si è conclusa, quindi, con il ritorno delle piogge. Una buona passata si è avuta tra il tardo pomeriggio di domenica 9 e il primo mattino di lunedì 10, dai 30-40 mm nelle stazioni di fondovalle fino a 60-70 in varie stazioni appenniniche ed apuane.
Ad intervalli, è tornato a piovere debolmente nello stesso pomeriggio di lunedì e poi con più convinzione nella serata. Lo stesso dicasi di martedì 11.
Gli accumuli – da inizio fenomeni domenica pomeriggio – hanno raggiunto e superato i 50-60 mm in molte stazioni di bassa quota e localmente si sono portati verso i 90-100 mm presso i punti di misura situati in montagna.
Per diversi giorni, questo sarà il copione meteo con poche varianti.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni