
In Cattedrale presentato “Organi e organisti del duomo di Massa”
Alla presenza del vescovo mons. Mario Vaccari e del sindaco di Massa, Francesco Persiani, venerdì 21 febbraio è stato presentato in Cattedrale il nuovo lavoro di don Luca Franceschini, canonico del Capitolo della Cattedrale e direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana.
Alla presentazione del libro “Organi e organisti del duomo di Massa” hanno partecipato, oltre al parroco e direttore dell’Ufficio liturgico don Samuele Agnesini, anche il maestro organista Ferruccio Bartoletti, il direttore del coro della cappella Renato Bruschi, il maestro del coro interparrocchiale a servizio degli eventi liturgici della diocesi, Alessandro Grassi, ma anche molti fedeli e padre Dragos, della chiesa ortodossa romena.
Don Luca ha accompagnato gli ascoltatori nella storia degli organi e degli organisti che hanno prestato servizio prima nella non più esistente chiesa di san Pietro che sorgeva nell’attuale Piazza Aranci, poi in Cattedrale dalla fine del XVIII secolo ad oggi. Passato, presente e futuro si sono intrecciati in un racconto di uomini e strumenti al servizio di Dio e dei fratelli.
L’autore ha anche evidenziato il fatto che, a differenza di altre chiese, la Cattedrale di Massa non ha mai assunto i suoi organisti, e neppure i coristi. Il servizio è sempre stato svolto su base volontaria, inclusi gli attuali maestri di coro e il maestro Bartoletti.
Di ognuno degli organi ricordati ha presentato brevemente storie, caratteristiche e qualche aneddoto fino ad arrivare all’attuale organo Jardine, di manifattura inglese, strumento che risale al 1870. La presentazione del libro ha permesso anche di illustrare il progetto di restaurato e ampliamento dell’organo attuale, con tre diversi nuovi corpi e l’aggiunta di canne provenienti da una prestigiosa collezione privata americana, dalla ditta “Fratelli Ruffatti” di Padova.
Questa è espressione della maestria e dell’eccellenza professionale italiana: in attività fin dagli anni Sessanta del secolo scorso, era rappresentata dalla signora Michela che ha espresso a nome della famiglia la soddisfazione per il progetto in corso che manterrà intatti sia lo stile che il timbro anglosassoni dell’organo.
Il maestro Bartoletti, da parte sua, ha spiegato che l’organo avrà “nuovi corpi che verranno posizionati sul balconcino del presbiterio, nel transetto e sul balconcino a metà navata; sarà un organo di stampo orchestrale, sinfonico, dotato persino di tre staffe espressive che darà la sensazione di essere avvolti dalla musica in ogni angolo della cattedrale”.
Con soddisfazione don Samuele ha ricordato come la cattedrale abbia vinto il bando della conferenza episcopale italiana per l’adeguamento degli spazi liturgici, concorso che ha avuto l’avvallo del vescovo pronto ad affrontare questa “nuova avventura”, sovvenzionata dalla C.E.I. e da fondi ministeriali, che prenderà il via con un convegno nazionale nel mese di marzo per presentare il bando per questo adeguamento della cattedrale che partirà dal presbiterio.
“Questo progetto – ha spiegato don Samuele – permetterà alla cattedrale di rafforzare il suo ruolo di chiesa madre, di luogo a cui tutta la diocesi guarda per come celebrare”. I tempi di esecuzione saranno lunghi con conclusione dopo il 2026 ma a quel punto, ha sottollineato il maestro Bartoletti, “avremo la possibilità di usare uno strumento sicuramente complesso, ma molto plastico, uno strumento unico in Italia che rimane essenzialmente ad uso liturgico, ma grazie al quale si potrebbe iniziare a pensare ad un festival nazionale con la partecipazione di organisti di altissimo livello”.
(S. L.)