Leggera imbiancata di febbraio
Nevicata nei dintorni del Passo della Cisa fra l’8 e il 9 febbraio

L’inverno si sta avviando alla conclusione con il più corto dei mesi dell’anno: tante volte rivelatosi il più tosto dei tre, febbraio non pare quest’anno voler seguire orme diverse da dicembre e da gennaio. Intanto, sulla sua prima metà, si può già dire che di febbraio, come lo si conosce da sempre, ha mostrato ben poco.
La settimana in esame ha offerto tre giorni sereni, uno misto e tre coperti sotto l’aspetto dello stato del cielo. Il contrasto tra la luminosità, l’aria asciutta e le forti escursioni termiche di martedì, mercoledì e giovedì scorsi e il cielo cupo tornato a dominare da sabato non poteva essere più netto. In mezzo, la giornata di passaggio è stata quella di venerdì 7, dal cielo misto, ventosa e fredda.
La fase anticiclonica durata fino al 6, dal cielo senza nubi con vista nitida, ha fatto registrare gelate e brinate notturne seguite da ore centrali e pomeridiane gradevoli con temperature massime oltre i 15°C: questo a causa di lievissime condizioni favoniche proprio nelle ore pomeridiane, specie il 6, nella calma generale di vento. Le escursioni termiche tra l’aurora e il primo pomeriggio si sono ampliate, nel più basso fondovalle, fino a più di 20 gradi: nel giro di sette ore, quindi, si passava dal pieno inverno a temperature primaverili e poi si cominciava da capo con il rapido raffreddamento a partire dal tramonto fino al sorgere del sole del mattino successivo.
Gli sbalzi si sono molto ridimensionati venerdì 7, al levarsi di un freddo vento di tramontana che, rimescolando l’aria, ha evitato gelate notturne nelle zone soggette già quella stessa notte alle folate, e poi ha abbattuto le temperature massime, calate di 7°C rispetto al giorno precedente recando sensibile freddo diurno.
Con una perturbazione alle viste, le prospettive di un fine settimana freddo, umido e piovoso con neve sui rilievi sono state rispettate dalla notte di sabato a tutta domenica, con uno strascico via via più mite tra lunedì 10 e martedì 11.
Nembostrati, stratocumuli, strati bassi nebbiosi d’avvezione hanno avvolto ogni lembo di spazio aereo, di orizzonte, di alture e di vallate, rendendo uniformemente grigi tutti i giorni dall’8 in poi.
La tramontana scura, spirando decisa sabato e, in parte, anche domenica, ha accompagnato le nevicate verificatesi nelle alte valli zerasche, del Verde e della Magra, a tratti fino a 700 metri di quota. Le correnti meridionali a presenti alle quote più elevate hanno determinato scarsa differenza di temperature tra gli alti crinali appenninici e le valli sottostanti.
La pioggia non ha mai raggiunto forte intensità, ma ha avuto una lunga durata alternando fasi di pioggia moderata, debole e di estenuante pioviggine, che persiste tuttora ad intervalli. La metà NW della provincia ha ricevuto gli apporti pluvio-nivometrici più cospicui: sui rilievi mulazzesi, zeraschi e pontremolesi sono caduti lungo l’intero evento fino a 100 mm di pioggia e neve fusa, mentre nel fondovalle fino a 50-60 mm.
Come detto, la neve ha prediletto le alture più a ovest, come dimostrano i 42 cm caduti al Passo dei Due Santi e i 27 cm del Passo Brattello contro i 10-15 cm della zona compresa tra la ‘Borella’ e il Passo della Cisa.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni