
Manca poco al solstizio invernale: le giornate già corte sembrano ancor più brevi se, come capita spesso in dicembre, il cielo si copre e lo resta da mane a sera.
Scorrendo i registri meteo, si può notare l’estrema variabilità del tempo da un anno all’altro, in questo come in tutti i mesi del calendario.
I ricordi personali e le rigorose osservazioni attestano che si sono vissute condizioni meteo le più diverse anche prima, durante e dopo le feste di Natale: vigilie cupe ed altre radiose, ore piovose e ora ventose, imbiancate dalla neve oppure ovattate dalla nebbia, così come il giorno di Natale, di S. Stefano, di San Silvestro, di Capodanno e dell’Epifania.
Alle volte, il (mal)tempo si è sfogato nei giorni precedenti il Natale facendosi poi più tranquillo; altre volte, è successo l’esatto contrario.
I capovolgimenti di fronte sono stati talora repentini, esagerati, come nel 2009 e nel 2010, quando si passò dal gelo più crudo alla neve e quindi alla pioggia e ai diluvi alluvionali nel giro di pochi giorni.
Quest’anno, si prospetta una situazione sicuramente meno agitata, ma si avrà modo di commentarla a tempo debito.
Al momento, si può invece dire che la settimana trascorsa non si è discostata dal copione impostatosi a novembre inoltrato, vale a dire all’insegna di una certa dinamicità, ma senza fenomeni di particolare impatto.
Curiosità degli ultimi sette giorni è l’assenza di cielo misto nell’ambito della giornata: il cielo si è presentato in prevalenza sereno o coperto, un tratto che è tipico dell’inverno, specie nella sua fase iniziale.
Il rapido alternarsi di masse d’aria diverse – destinate ad essere sostituite a cadenza di 24-36 ore – ha recato la solita staffetta tra freddo asciutto e freddo umido, pieno sole e tempo uggioso.
Conseguente è stato pure il regime termico, con escursioni tra minima e massima ora molto tenui (come il 10 a Pontremoli causa cielo in prevalenza coperto e vento gagliardo) ora assai più ampie in caso di cielo sereno e vento assente.
Il cuore della settimana, mercoledì 11 e giovedì 12, ha recato in dote un tempo magnifico, un sereno limpido al cospetto dei rilievi montuosi innevati. Il 13 e il 14, l’altra faccia: nubi stratificate, la cui base si è portata via via più in basso riducendo la visibilità, hanno ripreso a dispensare estenuanti pioviggini e pioggerelle.
Il ritorno del sereno in un ambiente trionfante di umidità e freddo stagnante non ha potuto che restituire nebbia, brina e lieve gelo al primo mattino di domenica, mentre sulle alture collinari e anche montane il clima si è mostrato mite fin da poco dopo l’aurora.
Nelle valli, ricolme di strati nebbiosi, i raggi solari hanno dovuto impegnarsi più ore prima di riuscire a mostrarsi. Nel pomeriggio, per poco, si è destato un gentile alito favonico che ha asciugato l’aria e spinte le temperature massime a valori più gradevoli.
Cessato l’effetto foehn e mantenutosi il cielo sereno, il calo termico serale è avvenuto senza freni e, al mattino di lunedì 16, le gelate si sono puntualmente ripetute, solo con un minor deposito di brina rispetto a domenica per l’aria recentemente rimescolatasi grazie al vento di caduta. “Danza” proseguita con il cielo di martedì, che ha rimesso il “muso”.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni