“La preghiera del povero sale fino a Dio”

Ceretoli ha festeggiato il patrono, San Martino: toccare con mano la povertà ha fatto nascere in lui l’amore

Una felice coincidenza ha fatto sì che quest’anno, mentre la Chiesa viveva l’8.va giornata mondiale dei poveri, la parrocchia di Ceretoli si riunisse in preghiera per onorare il proprio patrono San Martino. La festa, che ricorreva l’11 novembre, è stata celebrata la domenica successiva – 17 novembre – con la S. Messa solenne presieduta dal neoparroco don Graziano Galeotti.
San Martino è uno di quei santi la cui storia è ben nota: dapprima soldato romano, divenne cristiano e successivamente vescovo di Tours. Tra la prima e la seconda “vita” l’incontro con il Signore. Un incontro fisico ma soprattutto spirituale, un incontro che dal “toccare” con mano la povertà ha fatto nascere l’amore.

Panorama di Ceretoli

È così che cambia radicalmente la sua vita, è così che inizia quella sua particolare vocazione che lo porterà a farsi strumento di carità ed evangelizzazione per offrirsi al Signore.
Ogni incontro con Gesù cambia la vita di ogni discepolo e lo chiama a non fermarsi all’apparenza (nel caso di San Martino al povero mendicante) ma a guardare alla missione che si deve adempiere.
La coincidenza della festa di San Martino con la giornata mondiale dei poveri interroga allora tutti noi perché, come ricorda il titolo del messaggio del Papa in questa occasione, “La preghiera del povero sale fino a Dio”.

L’abside e il campanile della chiesa parrocchiale di San Martino a Ceretoli

Il nostro mondo spesso oltre alla povertà materiale vive ma anche una povertà di fede che conduce a dimenticare la bontà di Dio, il cui volto di misericordia è “architrave” della Chiesa e unica via che conduce alla salvezza…
Dimenticando che avremo parte alla “salvezza” va scemando anche il concetto della speranza cristiana, virtù essenziale per i credenti e tema conduttore del prossimo Giubileo. Il Papa ci mette in guardia su questo e ci ricorda come la speranza cristiana “abbraccia” anche la certezza che “la nostra preghiera giunge fino al cospetto di Dio”.
È nella volontà di rivestire questi valori e che la preghiera “giunga a Dio” che i fedeli di Ceretoli hanno vissuto la festa del loro patrono. Una festa che fa riscoprire anzitutto il ricordo e il volto di tante persone che, prima di noi, hanno “solcato” le strade dei nostri paesi, insegnandoci a essere strumento di amicizia e condivisione.
Ma nel celebrare una festa è necessario anche gettare uno sguardo al futuro. I nostri paesi (dove ormai vivono poche persone, spesso anziane) non si apprestano certoa divenire “metropoli” ma, se impariamo a custodire e trasmettere i propri valori è possibile che in essi si torni ad abitare, vivere, sognare.

(Fabio Venturini)