“Andate e invitate, uscite e strada   facendo annunciate il Vangelo”

A colloquio con Suor Liliana Gentile in queste settimane rientrata a Pontremoli per un breve periodo dalla Missione in Centrafrica delle Suore del Lieto Messaggio

Ogni volta che, dalla missione in terra africana, suor Liliana Gentile rientra in Lunigiana, l’intera Pontremoli si prepara ad incontrare un’amica, ad ascoltare una persona buona, a lasciarsi condurre da quella forza d’animo che fa di lei un “messaggero di pace”. Tutti noi, da sempre, abbiamo imparato a conoscere la “nostra” suor Liliana che, col suo carattere discreto e lo sguardo sorridente, è arrivata a Pontremoli in un lontano 6 giugno 1951 per frequentare le scuole medie.
Nata a Cerva, paesino ai piedi della Sila, la vocazione di suor Liliana è maturata fin dall’infanzia e si è rafforzata grazie all’incontro con Madre Serafina Formai, fondatrice delle Suore Missionarie del Lieto Messaggio ed oggi Venerabile, che col suo sguardo ha insegnato alla giovane calabrese ad amare Dio e il prossimo, facendo crescere in lei una chiamata sempre più incline alla vita missionaria.
“Vorrei andare in Africa e dedicarmi ai bambini” era il suo pensiero giovanile, invece il Signore inizialmente ha predisposto per lei un altro percorso. Un periodo in Veneto (con il diploma da maestra d’asilo a Padova), quindi per tanti anni l’insegnamento nella scuola materna di Villafranca in Lunigiana, poi per ben 12 anni l’impegnativo servizio come Madre Generale delle Suore del Lieto Messaggio.

Suor Liliana

Infine il 31 gennaio 2009 si compie il desiderio di suor Liliana: mons. Eugenio Binini, in Concattedrale a Pontremoli, le consegna il mandato missionario che le permette di partire per la Repubblica Centrafricana. Non è la prima volta che suor Liliana visita quel luogo in quanto ogni anno – dal 1993 quando accompagnò alcune suore che avrebbero avviato una missione – si è recata in Africa dove, la povertà di molte persone, ha generato in lei un forte impatto riflessivo.
La scelta di un percorso missionario, per suor Liliana, non significa soltanto voler “salvare” chi vive una realtà meno fortunata della nostra ma anche portare “con la propria vita” la Parola del Signore: da Lui la “nostra sorella” sente di ricevere la forza per “prendere il largo”, tra le difficoltà che incontra ogni giorno. Il primo periodo di lavoro di suor Liliana, in Centrafrica, è stato per le scuole e per il “dispensario”.
È questo un luogo che permette di offrire progetti ed iniziative (oltre che generi alimentari) e che attualmente propone corsi di cucito e di maglieria, di fabbricare sapone e persino di avere una coltura di ortaggi – che forse ricorda un po’ l’impegno “dei nostri vecchi” che, con il sacrificio di lavorare la terra, hanno aperto la strada all’era moderna.
Con un pochino di orgoglio, che però umilmente non vorrebbe trasparisse dalle sue parole, suor Liliana ci racconta di come (alcuni anni fa) la provvidenza del Signore ha inviato, nei luoghi di missione, una dottoressa umbra che si apprestava a vivere un periodo di pratica e a curare i bambini malnutriti.
È stata questa l’occasione di apprendere alcune tecniche di soccorso che permettono a suor Liliana di poter iniziare ancora di più (e ancora meglio) ad aiutare molti bisognosi. Attualmente vivono la missione in Centrafrica (e suddividendosi i compiti) cinque suore. Tra esse Suor Liliana che presta le sue forze dedicandosi principalmente alle vaccinazioni (soprattutto dei bimbi) e a tutto quello che riguarda i Kit per accompagnare le mamme.
Nei locali della missione, per diverse volte alla settimana, è inoltre disponibile un’assistenza medica vera e propria, dove la “lingua pontremolese” è parlata sia dall’ecografo donato da nostri conterranei, che da uno dei medici, Padre Antonio Triani missionario cappuccino. Le celebrazioni domenicali infine sono un momento di straordinaria partecipazione, accompagnata soprattutto dal canto, oltre che dalla preghiera.

Lezione al corso di maglia e di cucito

Suor Liliana confida quanto l’esperienza che sta vivendo offre tanta soddisfazione ed emozione: “molte volte ci si sente anche impotenti” ma poter donare amore permette di ricevere in cambio tanta tenerezza.
Un sentimento che ad ogni incontro, per primo, regalano i bimbi con “momenti di festa” che sono simili a quelli di tutte le persone che “affettuosamente” salutano sempre. “Andate e invitate”, uscite e “strada facendo” annunciate il Vangelo… confidando sempre nel Signore.
Sono questi i propositi che abitano il cuore di suor Liliana mentre si appresta a guardare al futuro e al rientro alla missione, che avrà luogo al termine delle feste natalizie. Ma anche fatevi “pellegrini di speranza”, come ricorda il motto del prossimo Giubileo.
Pellegrini in un percorso che conduce molto lontano dal nostro habitat ma che richiama l’amore di Gesù che ha “inviato” gli apostoli (e invia noi) ad annunciare il Vangelo ad ogni creatura. Cara suor Liliana, la grazia del Signore accompagni e guidi sempre il “tuo” pellegrinare.

Fabio Venturini