Superare le barriere per riscoprire l’autenticità della vita

Festa di San Terenziano a Mignegno. Nel nostro pellegrinaggio verso il Giubileo ecco le celebrazioni in onore del Santo primo vescovo di Todi nello oratorio alla periferia di Pontremoli. Domenica, 1° settembre, la Santa Messa solenne è stata presieduta da mons. Alberto Silvani

Dove il territorio di Mignegno abbraccia la natura ed inizia la famosa selva di castagni, ben visibile dalla statale della Cisa, sorge il caratteristico oratorio dedicato al martire San Terenziano. In molti ricorderanno quando nel 2014 la statua di San Terenziano, su programma curato dall’allora parroco can. Sergio Simoncelli per celebrare i 500 anni dell’oratorio, si fece pellegrina per le parrocchie della città e in vari paesi. Ma la devozione per il primo vescovo di Todi – a Pontremoli e in diversi paesi a ridosso dell’appennino toscano, emiliano e ligure – risale a molti secoli prima.
L’oratorio a nord di Mignegno venne costruito nel 1514 dalla confraternita di San Lorenzo della Misericordia, dopo il passaggio del francescano Tommaso da Osimo che venne in Lunigiana per predicare la pace tra le fazioni pontremolesi. Ma già in precedenza esisteva nel luogo un edificio sacro dov’era contenuta una tela raffigurante, tra gli altri, San Terenziano. In seguito l’oratorio fu trasformato in eremitaggio (gestito dall’ordine dei minimi – fondato da San Francesco di Paola) per poi diventare, dopo l’epidemia di colera del diciannovesimo secolo, la chiesa dove si invoca “al sant a d’la freva”.
Ogni 1° settembre – festa liturgica di San Terenziano – sono molti i fedeli che salgono all’oratorio e che partecipano alle celebrazioni e, quando come quest’anno la data ricorre in domenica, la venerata immagine torna ad essere portata in processione per le vie di Mignegno.
Per l’occasione, e in rappresentanza del nostro vescovo Mario, domenica scorsa i devoti di San Terenziano hanno accolto a Mignegno mons. Alberto Silvani, vescovo emerito di Volterra. La S. Messa solenne, animata dalla corale Santa Cecilia, è stata concelebrata da don Graziano Galeotti.
Nell’omelia il vescovo Alberto ha ricordato come la festa di San Terenziano sia sempre “un incontro fraterno” che ci porta ad onorare solennemente il santo vescovo. Quindi, prendendo spunto dal Vangelo proclamato, ha sottolineato come la festa di San Terenziano ci sprona a riscoprire l’autenticità della vita.
“Gesù – ha affermato mons. Silvani – ci chiede di superare le barriere che ci siamo costruiti per evitare di limitarci all’aspetto esteriore delle cose”. Ma ci dice anche che le leggi vengano osservate “nella giusta direzione” guardando cioè non tanto “all’essere consoni alle norme” quanto, come afferma l’apostolo Giacomo, a prestare soccorso “all’orfano e alla vedova”, alle persone che necessitano di aiuto.
Anche i comandamenti, pur nella loro sublimità, ci chiedono di non “mescolare” la legge con i problemi e di distaccarci da quanto “supinamente” ci viene inculcato per propinare gli interessi dei poteri forti. Un tempo – ha affermato il vescovo Alberto – le cose ci venivano chieste come obbligo religioso o proibizione. Nel tempo attuale invece l’ipocrisia ci insegna ad accettare i cambiamenti come frutto ecologico. Il vero cristiano deve comprendere che “rispettare la natura e il creato” non deve farci ridimensionare le idee che abbiamo e neppure la nostra religione.
Sull’esempio di Terenziano – ha concluso – serve essere cristiani autentici, attraverso un’adesione interiore che ci porti ad imparare “ad essere” e non ad apparire. Nel pomeriggio, dopo il solenne canto dei vespri, San Terenziano è stato accolto dalla “sua gente” che lo venera e lo celebra sempre con tanta fede e devozione.
La processione si è snodata lungo la “strada nuova” e, ancora le parole del vescovo emerito di Volterra – affiancato anche da don Francesco Sordi, hanno invitato i presenti a una conversione del cuore, guidata dallo Spirito di Dio che riceviamo in dono e dalla tradizione che ci è stata tramandata da molte persone. Al termine la benedizione con la reliquia del santo ha concluso il momento di festa mentre la banda musicale cittadina ha allietato ancora i presenti con qualche suono armonioso.

Fabio Venturini