Di questo voi siete testimoni

Domenica 14 aprile – III di Pasqua
(At 3,13-19; 1Gv 2,1-5; Lc 24,35-48)

Dopo l’apparizione ai discepoli di Emmaus, Gesù si manifesta al gruppo dei discepoli rinchiusi nel cenacolo per paura dei Giudei, mangia con loro e si fa toccare, poi affida loro il compito di predicare la sua risurrezione e il perdono dei peccati.
1. Gesù stette in mezzo. Egli non appare di soppiatto sulla porta né si fa vedere in alto su una nube, ma “stette in mezzo a loro”.
L’episodio oltre che dimostrare la risurrezione di Gesù, ci ricorda la presenza di Gesù in mezzo ai discepoli raccolti in preghiera: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20), e l’ultima parola del risorto agli undici è promessa di presenza: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
Dubitare della presenza del Signore in mezzo al suo popolo è una delle colpe più gravi commesse dai figli di Israele, perché significa mettere alla prova il Signore come quando a Massa e a Meriba dissero: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?” (Es 17,7).
2. Aprì loro la mente per comprendere le Scritture. Nel Cenacolo, sotto l’azione dello Spirito, alla scuola degli apostoli, nella preghiera e nella vita comune che sono le caratteristiche della prima comunità cristiana, si crea uno strato culturale che sta alla base della predicazione apostolica e degli scritti neo-testamentari.
Le grandi opere e le meraviglie da Dio compiute e raccontate nel Primo Testamento vengono rilette e interpretate alla luce della risurrezione di Gesù e in essa trovano il loro pieno significato.
La risurrezione resta l’argomento principale della predicazione.
3. Nel suo nome sarà predicato il perdono dei peccati. L’annunzio della risurrezione di Gesù è sempre collegato con la proclamazione del perdono dei peccati. Nel discorso a Cornelio San Pietro dice: “Ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome” (At 10,42-43).
Questo argomento della remissione dei peccati è ricorrente anche predicazione di San Paolo: “Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera sua viene annunciato a voi il perdono dei peccati” (13,38). Così infatti ha comandato Gesù, non soltanto la sera di Pasqua, ma anche al momento di salire al Padre: “Sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati” (Lc 24,46-47).
Con la risurrezione, con il dono dello Spirito e con l’invio in missione dei discepoli Gesù rende applicabile a tutti gli uomini il frutto del suo sacrificio pasquale, rende attuale quello che aveva detto durante la cena: “Il mio sangue dell’alleanza è versato per molti per il perdono dei peccati” (Mt 26,28).

† Alberto