Partecipata a  Vico la Via Crucis comunitaria
Sosta davanti ad una Stazione della Via Crucis lungo la strada nei castagneti di Vico di Bagnone

Come ogni anno, la Domenica delle Palme, il paese di Vico, con il parroco don Angelo Boattin, organizza la Via Crucis comunitaria a cui partecipano gli abitanti delle frazioni a monte di Bagnone.
Alle ore16, i fedeli si sono ritrovati davanti alla prima Stazione della Via Crucis, lungo la strada che da Vico-Chiesa conduce a Monterole. Quindici Stazioni, compresa quella della Resurrezione, in un tragitto affiancato da curati castagneti, per volere dello storico parroco don Mario Forni e la grande generosità dell’impresario edile Ernesto Pini di Canneto.
Ora le figlie Luciana e Marisa addobbano, con fiori e lumini, le Stazioni in cui è racchiusa la parabola di ogni esistenza che, prima o poi, incrocia il sentiero del Calvario.
Don Angelo e il diacono Inaco hanno guidato preghiere, riflessioni e canti. Dio ama il mondo, lo ama alla follia tanto da donare Suo Figlio per la salvezza della umanità. In un tempo come il nostro che plaude l’imporsi e il primeggiare, dove si guarda alla realizzazione di sé e si rifugge da ogni forma di fallimento, parlare della Croce è scandalo e stoltezza, come dice San Paolo.
Ma la Croce di Gesù è rivelazione di un amore senza riserve, né confini, che si offre totalmente, sapendo di non essere corrisposto. Se la vita è amore, il fine della vita è dare la vita per gli altri.
La morte viene privata del suo carattere di capolinea tragico, proprio perché diventa porta per entrare nell’eternità, garantita da Gesù con la Sua Resurrezione. Il rito è terminato nell’oratorio della Santa Croce, a Monterole: una piccola casa del Signore tenuta con fede e cura dai pochi abitanti della frazione.
Dopo la benedizione, con la Reliquia della S. Croce, don Angelo ha invitato tutti a prepararci alla Pasqua. In una attesa carica di gioiosa speranza e di una maggiore, intima conversione. Nella certezza che Gesù è il “cireneo” che cammina accanto a noi. Sempre. Specialmente lungo le salite più irte dell’esistenza.

(i. f.)