
In oltre 100 mila a San Pietro per festeggiare i 150 anni dell’Associazione
Volendo sintetizzare per slogan, potrebbe essere chiamato “il discorso delle tre p”: passione, parrocchia, politica. È quello che Papa Francesco ha rivolto agli oltre 100 mila soci dell’Azione Cattolica Italiana accorsi domenica in San Pietro per celebrare, nel contesto della XVI assemblea nazionale, i 150 anni della sua fondazione.
In un clima di festa, una piazza colma in particolare di giovani ha accolto il Papa che nel suo messaggio ha sottolineato la riconoscenza della Chiesa per l’apostolato dei laici di Azione Cattolica.
La lunga lista di testimoni della santità dell’Azione Cattolica – da Giuseppe Toniolo a Vittorio Bachelet, il più applaudito – è stata lo strumento con il quale il Santo Padre ha incitato l’Azione Cattolica a vivere all’altezza della sua storia.
Una storia fatta di passione “per il mondo e per la Chiesa” di “un popolo formato da uomini e donne di ogni età e condizione, che hanno scommesso sul desiderio di vivere insieme l’incontro con il Signore” e destinata a proiettarsi nel presente. In primo luogo in parrocchia, dove l’ Azione Cattolica è chiamata ad operare nel segno di dialogo, accoglienza e sinodalità, affinchè la parrocchia rimanga «in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi». L’appartenenza dei soci di Azione Cattolica alla diocesi e alla parrocchia, che nell’ultimo ventennio, secondo l’episcopato avrebbe dovuto esplicarsi soprattutto nell’impegno educativo, per la “Chiesa in uscita” di Francesco assume connotati ben più ampi: “sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo – ha chiesto il Papa – attraverso il servizio della carità, l’impegno politico, – mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola!”.
Una sottolineatura, quella della politica, da non leggersi come la missione di fondare partiti o di difendere valori con qualche nuova forma di comitato civico ma come l’apertura ad un dialogo “con chi vive accanto a voi, anche con chi la pensa diversamente ma come voi desidera la pace, la giustizia, la fraternità” perché “è nel dialogo che si può progettare un futuro condiviso”.
All’esortazione del Papa, che con orgoglio ha rivendicato l’adesione all’Azione Cattolica della nonna e del padre, l’assemblea nazionale dell’associazione ha risposto con un messaggio alla Chiesa nel quale si impegna ad “offrire a ogni parrocchia, nei borghi, nelle periferie, nei grandi centri urbani, gesti concreti e ordinari di vicinanza umana” e “a non cercare il quieto vivere e il conforto dell’abitudine, a non essere spettatori ma corresponsabili del bene comune, decidendo ‘che cosa fare’, qui e ora”.
Un centinaio dalla nostra diocesi
Alle celebrazioni per i 150 anni dell’Azione Cattolica ha partecipato anche una delegazione della nostra diocesi. Oltre ai delegati all’assemblea nazionale (il neopresidente diocesano Marco Leorin assieme a Lorenzo Balderi e Elena Massa), sono scesi a Roma 100 soci delle associazioni parrocchiali della Lunigiana, di Massa e di Carrara, assieme all’assistente don Piero Albanesi. Tra questi un nutrito gruppo del gruppo ACR di Pontremoli, del quale pubblichiamo la testimonianza dell’incontro con Papa Francesco in Piazza San Pietro.
(Davide Tondani)