Il culto di San Martino così radicato nella nostra memoria

In Lunigiana gli sono intitolate ben dieci parrocchie e tre oratori: Albiano Magra è la comunità più numerosa, Viano, Mulazzo e Castevoli tra le più antiche

L’ 11 novembre il Martirologio Romano ricorda un santo che per secoli è stato molto amato e venerato nel vecchio continente e che lo ha unito, dall’Ungheria alla Francia, con la sua testimonianza di carità; si tratta di San Martino e lo fa con queste parole: “Memoria di san Martino, vescovo, nel giorno della sua deposizione: nato da genitori pagani in Pannonia, nel territorio dell’odierna Ungheria, e chiamato al servizio militare in Francia, quando era ancora catecumeno coprì con il suo mantello Cristo stesso celato nelle sembianze di un povero. Ricevuto il battesimo, lasciò le armi e condusse presso Ligugé vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato, sotto la guida di sant’Ilario di Poitiers. Ordinato infine sacerdote ed eletto vescovo di Tours, manifestò in sé il modello del buon pastore, fondando altri monasteri e parrocchie nei villaggi, istruendo e riconciliando il clero ed evangelizzando i contadini, finché a Candes fece ritorno al Signore”.

La chiesa parrocchiale di San Martino in Albiano Magra

Il passaggio della Via Francigena ha contribuito al diffondersi del suo culto in Lunigiana, dove ad oggi ben dieci parrocchie portano il suo nome, nonché altri tre oratori. Questi ultimi si trovano tutti e tre nel comune di Fivizzano, ad Antigo, Isolano e Vezzanello. A loro volta gli ultimi due oratorio sono siti entrambi nel territorio di una parrocchia dedicata proprio a San Martino, la Pieve di Viano: la prima notizia della sua esistenza risale al 1140 e si evince da un documento conservato nell’archivio parrocchiale inerente la nomina del pievano.
Ancora nel comune di Fivizzano altre due parrocchie dedicate al santo, Magliano e Mommio, chiese la cui presenza è attestata rispettivamente nel XVIII e nel XIII secolo.
Sempre nel vicariato di Fivizzano, ma nel comune di Casola in Lunigiana, la parrocchia di Luscignano: le prime notizie di questa chiesa risalgono agli Estimi della diocesi di Luni del 1470-71 e nel secolo XVII l’edificio fu completamente ricostruito.

L’antica chiesa di San Martino

Un caso particolare è costituito da Mulazzo, dove la parrocchia è dedicata a San Martino, ma non la chiesa parrocchiale, intitolata invece a Nicolò.
È invece l’antica chiesa cimiteriale ad essere dedicata a Martino: compare nelle Decime Bonifaciane del 1296 sottoposta alla Pieve di Sorano, ma alcuni elementi architettonici inducono a ritenere che sia stata fondata assai prima, e dal XVI secolo si limitò a funzioni cimiteriali.
Nel medesimo comune troviamo la Pieve di San Martino in Castevoli, una delle più antiche della Diocesi lunense, ricordata il 26 luglio 998 nell’atto del Marchese Oberto Opizzo I che la riconosce a Gottifredo I Vescovo di Luni.

La Pieve di San Martino di Castevoli

Nel territorio di Fosdinovo, particolare per la sua facciata e per la strada di accesso dall’ingresso del borgo particolarmente ripida è la chiesa parrocchiale di Ponzanello: nel 1185 il “castrum de Ponzanello cum curte ed districtu et venatione sua” è elencato tra i possedimenti del Comitato di Luni concessi al vescovo Pietro e San Martino di Ponzanello, compare come titolo in un documento del Codice Pelavicino del 6 maggio 1254 e in un atto del 4 ottobre dello stesso anno come chiesa nuova.
A Cavallana di Filattiera la parrocchia di San Martino viene ricordata per la prima volta nell’elenco degli estimi del 1470-71 della Diocesi di Luni.
A Pontremoli la parrocchia di Ceretoli, invece, è elencata quale cappella nelle Decime Bonifaciane del XIII secolo come dipendente dalla pieve di Urceola (Saliceto). Sempre nel pontremolese merita ricordare l’Oratorio di San Lazzaro, un tempo dedicato a San Martino, sito su Via Campolonghi non lontano dalla Santissima Annunziata, da tempo in stato di abbandono e bisognoso di restauro.
A chiusura di questa lunga carrellata ecco Albiano Magra, ad oggi la comunità più viva, o forse semplicemente la più popolosa, che venera San Martino quale celeste patrono. La prima attestazione della chiesa di San Martino in Albiano risale al 1256, quando secondo il Codice Pelavicino (Doc. 428) sotto il portico della chiesa stessa di Albiano gli uomini di Albiano, giurano di mantenere quanto stipulato fra il vescovo Guglielmo e Ferro di Cordula loro sindaco.

Sull’odierna facciata della chiesa campeggia un piccolo bassorilevo in marmo, risalente al XVII secolo, raffigurante San Martino con piviale. Il rilievo è posto in una nicchia ornata da un volto di cherubino posto tra volute vegetali e girali.
La chiesa di Albiano, che ha subito varie trasformazioni nel corso dei secoli, ha visto nel 1954 quasi mutare la propria natura in una sorta di Santuario della Madonna della Salute, con la demolizione del vecchio altare settecentesco di forme liguri e la sua sostituzione con quello in marmo proveniente dalla bombardata chiesa di San Pietro in Pontremoli, altare quest’ultimo che è divenuto il trono della Madonna della Salute, tanto venerata ad Albiano. Sarebbe operazione lunga e dispersiva avventurarsi nel censire ogni altra attestazione (altari, statue, dipinti) del culto di San Martino di cui il territorio lunigianese è costellato, ma quanto detto è sufficiente ad attestare l’antichità ed il radicamento del culto del santo che nella memoria popolare è rimasto indelebilmente impresso come colui che taglia in due parti il proprio mantello per farne dono ad un povero infreddolito.

Don Fabio Arduino