
Nel Convegno Internazionale di Studi svoltosi a Matera.
Una serie di nuovi contributi ha allargato gli ambiti di conoscenza della diffusione del genere sia a livello nazionale che internazionale. Il patrimonio artistico pontremolese sempre più centrale per una completa comprensione del fenomeno che si è sviluppato ben oltre i limiti temporali del Barocco.

La suggestiva e coinvolgente cornice di Matera ha ospitato l’VIII Convegno Internazionale di Studi sul Tema Ingannare “l’occhio a meraviglia”. Quadraturismo e grande decorazione che si è svolto nell’aula magna e nel campus dell’Università degli Studi della Basilicata.
Un appuntamento che, come preannunciato, si è rivelato molto importante per fare ancora una volta il punto sulla evoluzione degli studi relativi ad un genere pittorico che ha caratterizzato profondamente la stagione barocca ma troppo a lungo trascurato e sottovalutato.
Nelle tre giornate, dal 4 al 6 ottobre scorsi, sono state proposte ben 46 relazioni, frutto delle ricerche di oltre cinquanta studiosi, che hanno permesso di conoscere le novità e gli sviluppi critici del settore in particolare nel territorio italiano e, nell’ultima giornata, in Europa e nelle Americhe.
È emerso un quadro che ha permesso di puntualizzare che Quadraturismo e grande decorazione hanno rappresentato costantemente un punto di riferimento ineludibile della pittura di interni, sia livello privato che ecclesiastico, tale da essere recuperabile non solo nel corso dell’età barocca e delle sue evoluzioni del Barocchetto e del Rococò, ma ha avuto uno sviluppo di tutto interesse anche nel XIX secolo, con testimonianze importanti anche nel Novecento, specie nei paesi extraeuropei.

L’attenzione, come naturale, si è concentrata sulle scoperte più recenti riferibili a contesti regionali nei quali il genere aveva avuto uno sviluppo significativo fino a coinvolgere ambiti fino ad oggi non noti, ma di tutto interesse, in particolare dell’Italia settentrionale, ma non ha trascurato di offrire contributi altrettanto interessanti anche in riferimento all’attività degli artisti più noti, tra i quali ovviamente i Natali e i Contestabili la cui attività ha caratterizzato la vicenda pontremolese.
Quanto al patrimonio artistico di Pontremoli sono state tenute due relazioni mirate ad approfondimenti storici e critici. La prima di Marco Angella che, in streeming, ha parlato dell’Accademia e del Teatro della Rosa proponendo una serie di documenti inediti che hanno chiarito molti aspetti relativi alla costruzione della nostra “sala all’italiana” , in particolare in riferimento al coinvolgimento di Gio, Battista Natali in qualità di architetto, per soffermarsi poi sulla vicenda della decorazione del complesso che vide coinvolto Antonio Contestabili per l’assegnazione della committenza.
Significativo in premessa dell’intervento un collegamento con Matera, in quanto Angella ha riferito che Antonio Restori, il noto filologo pontremolese, cofondatore della Sezione di Pontremoli della Deputazione di Storia Patria, visse all’inizio del Novecento nella città lucana dove svolse l’attività di insegnante assieme a Giovanni Pascoli con il quale condivise anche il momentaneo alloggio.
A seguire, Luciano Bertocchi ha parlato della evoluzione della quadratura nelle numerose testimonianze offerte dal patrimonio barocco pontremolese, evidenziando, attraverso un’accurata presentazione visiva di diverse opere, come nell’attività degli artisti che hanno operato in Pontremoli nel corso di quasi 140 anni, sia possibile rilevare i diversi passaggi formali e stilistici intervenuti nella esecuzione delle decorazioni prospettiche in linea con le tendenze che stavano maturando nel tempo a livello nazionale. Un percorso che, nelle opere di Francesco e Gio. Batta Natali prima e, a seguire, di Antonio e Niccolò Contestabili, è possibile seguire in maniera puntuale in un contesto decisamente limitato come la città di Pontremoli che resta così un esempio unico di concentrazione di un genere recuperabile in tutti i suoi sviluppi più significativi in un’unica realtà.
L’analisi ha permesso poi di fare il punto anche sulle cosiddette arti minori che hanno affiancato il percorso della pittura decorativa pontremolese, in perfetta linea con quanto sta emergendo grazie a numerose indagini offerte nel corso del Convegno, a significare che il quadro dell’analisi locale, per quanto decisamente avanzato, abbia ancora molti margini di sviluppo.
Importante, inoltre, il fatto che in numerosi interventi proposti nelle tre giornate sia emerso in maniera chiara proprio il significato che, nell’analisi generale del fenomeno, sta assumendo il patrimonio pontremolese sia come punto di riferimento, appunto, della genesi del genere sia per l’importanza degli interpreti, in particolare Francesco e Gio. Batta Natali, la cui attività e la presenza quasi capillare in diversi ambiti geografici è divenuta momento di comprensione e di sintesi a più diversi livelli.
Si è trattato, quindi, di un evento importante che, al di là dei significati scientifici di indubbia qualità, ha confermato come il genere decorativo meriti di trovare un’adeguata collocazione nell’ambito della storia dell’arte, in quanto fenomeno di assoluta importanza per comprendere il gusto di un epoca, come quella barocca che, nelle sue diverse manifestazioni, resta il tramite per comprendere appieno in un ampio periodo storico. Poiché nel contesto, quindi, il patrimonio pontremolese appare sempre più significativo sta solo a noi valorizzarlo nel modo dovuto proponendolo all’esterno come fino ad oggi è stato fatto solo in modo marginale e non certo adeguato alla sua importanza, soprattutto nella fruibilità delle opere.