
La settimana scorsa, al momento di stendere la solita chiacchierata, mancavano poco più di 24 ore alla accensione del falò di parte šümiàna. Il vento si era già placato il 30, ma per il 31 non si escludeva una visitina del favonio. Invece, nella perfezione meteorologica di martedì scorso, non solo si è avuta l’assenza di incursioni di correnti discendenti, ma addirittura si è attivato un cenno di regime di brezza: di valle nelle ore centrali e pomeridiane, di monte subito dopo il tramonto e fino alle ore 19 circa, quando le bandierine biancorosse sul ponte della Crësa, tese fino a poco prima dalla brezza gelida che percorreva la valle del Verde, si sono messe quasi a riposo, come in attesa dell’inizio del grande spettacolo. Da molti anni non si presentavano condizioni così perfette la sera del 31 gennaio: cielo sereno, freddo asciutto e aria calma con solo una bava di vento, residuo della brezzolina serale quietatasi in anticipo per l’occasione.
A gennaio, però, non si può perdonare un andamento fallimentare. Troppo tardi è giunto il capovolgimento di fronte e una decina di giorni ordinariamente freddi non sono bastati a ribaltare la “vergogna” accumulata dal resto del mese. I rimbrotti a quello che dovrebbe essere il mese centrale e più rigido dell’inverno boreale sono stati condivisi da una parte e dall’altra dell’oceano.
Guardando a casa nostra, il gennaio 2023 (temperatura media 6,5°C) si è collocato al quinto posto nella classifica dei più miti, preceduto dalle edizioni record del 2007, 2014, 1988 e 2018. Lo scarto da norma 1991-2020 si aggira su 1,5°C in più dei canoni attesi, ma anche questo è ormai un dato in continua evoluzione perché se dovessimo attenerci alle medie normali del trentennio precedente lo scarto sarebbe assai più marcato.
Poche sorprese, se non altro, sul versante delle precipitazioni: almeno nella nostra provincia, i totali si sono distribuiti su livelli consoni a quelli climatici. Perfettamente nella norma risulta il dato di Pontremoli (162,4 mm), mentre hanno ricevuto un leggero surplus Villafranca con 197,2 mm, Gragnola con 123,4 e Massa con 130,2 mm. Buona la distribuzione nell’arco del mese con 9-10 episodi maggiori o uguali a 1 mm, anche se l’apporto massimo diurno, realizzatosi ovunque l’8, si è preso una discreta ‘fetta’ del totale.
Lo stato del cielo, senza arrivare agli eccessi di dicembre, ha visto ancora una nuvolosità elevata e, pertanto, un numero esiguo di giorni di cielo sereno o poco nuvoloso nonché un soleggiamento rimasto di oltre 20 ore inferiore alla norma. Alternando freddo fermo/silenzioso e freddo ventoso, febbraio, nella sua prima settimana, ha cercato di allinearsi alle ‘prescrizioni’ stagionali. Cielo coperto e cielo misto si sono dati il cambio finché non è toccato a lunedì 6 conquistare la prima “S” del prevalente sereno.
Dopo una comparsa di strati nebbiosi alti fra giovedì sera e venerdì mattina, sabato 4 era alle viste una seconda incursione del foehn: ma, dopo quella mancata del 31, c’è stato il bis pure nella giornata prefestiva, trascorsa con clima piacevole e comunque senza che le correnti da NW conquistassero il fondovalle. Infatti, le temperature si sono innalzate maggiormente in alta collina e in montagna che non a quote basse. Da domenica 5, gradualmente, si è risvegliata aria decisamente più rigida e di altra provenienza.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni