Al via il progetto per l’alternanza  Scuola – Lavoro

Una iniziativa della Diocesi con l’Ufficio Scolastico Provinciale. Il 3 novembre la firma del protocollo. Ne parliamo con il direttore Walter Fiani dell’Ufficio IRC diocesano

La Chiesa ama la scuola ha detto papa Francesco e su questa linea intende muoversi anche l’Ufficio per l’Insegnamento della Religione Cattolica e della Pastorale per la Scuola della Diocesi. Infatti il 3 novembre è il giorno della firma di una convenzione tra la Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli e il Provveditorato agli Studi di Massa Carrara per definire la nascita di un progetto di “PCTO” (alternanza scuola-lavoro) che vedrà protagonisti gli studenti delle scuole. All’incontro per la firma sarà presente il vescovo Mario.
Ne abbiamo chiesto di più a Walter Fiani, direttore dell’Ufficio IRC e Pastorale Scolastica della Diocesi.

Walter Fiani, direttore dell’Ufficio IRC e Pastorale Scolastica

Sta per partire il progetto per i percorsi per il conseguimento di competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) meglio conosciuto come “alternanza-scuola lavoro”. Come nasce questo progetto?
La nostra Diocesi ha stabilito di partecipare a questo progetto, per contribuire alla formazione degli studenti, in sintonia con percorsi di PCTO il più possibile vicini al progetto educativo che ogni scuola si dà. Per questo desidera mettere a disposizione delle scuole esperienze concrete di cittadinanza attiva di cui sono ricche tante realtà associative del territorio diocesano (Misericordia, CRI, Caritas, Policoro, Orto del convento ecc) che basano le loro finalità sui principi derivati dal Vangelo, per costruire un rapporto di collaborazione tra scuola, società, giovani e promuovere il valore del volontariato che opera nel mondo reale dove si incrociano spesso difficoltà ed emarginazione. Come ha scritto il vescovo Mario nella lettera inviata ai Dirigenti Scolastici della Provincia, la crescita culturale è insieme crescita umana e non può essere fine a sé stessa: essa è anche una via che deve portare alla capacità di contribuire a sviluppare il bene comune.

Quale il senso e il ruolo degli insegnanti di religione all’interno dell’istituzione scolastica?
L’insegnamento della Religione Cattolica nella scuola vuole contribuire al percorso culturale ed educativo degli studenti come disciplina scolastica a tutti gli effetti. Infatti, non è mosso da finalità catechistiche, ma si qualifica come proposta culturale offerta a tutti, credenti e non. La sua presenza, nel curricolo scolastico, è legata a motivazioni culturali e pedagogiche. Proprio per questo lo Stato, nel quadro delle finalità della scuola, gli attribuisce una dignità formativa e culturale pari a quella delle altre discipline. E questo perché il fatto religioso ha una notevole rilevanza culturale per comprendere la nostra storia, in quanto i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano. L’insegnamento della Religione contribuisce a dare una risposta specifica al bisogno di significato della persona, divenendo quindi risorsa di senso per la comprensione di sé, degli altri e della vita.

Quali sono le sfide e i temi più rilevanti per la scuola di oggi a cui anche la Chiesa può dare un contributo?
A questa domanda rispondo attraverso le parole che Papa Francesco ha pronunciato il 12 settembre 2019 in occasione della promozione del Patto Educativo Globale: ho promosso – ha detto – l’iniziativa di un Patto Educativo Globale, “per ravvivare l’impegno per e con le nuove generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione”. Il Papa ha invitato tutti a “unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”. L’alleanza educativa di cui parla Papa Francesco è dunque quella per mettere al centro la persona; soltanto così si può promuovere tra gli studenti, nell’attuale contesto multiculturale, la partecipazione ad un dialogo autentico e costruttivo, educando all’esercizio della libertà e della capacità critica in una prospettiva di fratellanza, di giustizia e di pace.