
Firmato in Comune dal sindaco Lucia Baracchini, dal rettore del seminario padre Dario Ravera e dal presidente dell’associazione “Mons. G. Sismondo”, don Pietro Pratolongo, un progetto di inclusione sociale
Un vero e proprio progetto di integrazione del migrante all’interno della comunità che lo ospita. Con questo spirito è nata l’iniziativa “Pontremoli accoglie 2017” che è stata presentata ufficialmente martedì mattina, presso la sala dei Sindaci del Comune di Pontremoli. Si tratta di un progetto che intende favorire i percorsi di accompagnamento e di inclusione sociale dei migranti presenti sul territorio comunale. L’accordo è stato siglato dal sindaco di Pontremoli, Lucia Baracchini, da padre Dario Ravera, in qualità di rettore del Seminario Vescovile Minore “Sacro Cuore”, ovvero la struttura che accoglie i migranti, e don Pietro Pratolongo, presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Circolo ANSPI “Mons. G. Sismondo”, che seguirà nel lavoro quotidiano i migranti. Il tutto alla presenza del prefetto di Massa Carrara, Enrico Ricci, e di alcuni volontari e operatori che, a diverso titolo, sono coinvolti nell’iniziativa. Il progetto si pone come obiettivo primario quello di permettere ai migranti di imparare a conoscere il contesto in cui vivono, relazionandosi con la cittadinanza che li ospita, svolgendo attività di volontariato finalizzate all’abbellimento e alla cura della città attraverso opere di pulizie (giardini pubblici, palazzi storici, sentieri ecc. ecc.) e all’accoglienza della città anche in chiave turistica (presidio di edifici storici, turistici, religiosi, culturali). In particolare i migranti svolgeranno lavori di pubblica utilità alla Vetrina della Città, al Seminario e all’ex Convento dei Cappuccini. Il tutto è stato finanziato dalla Regione Toscana per impiegare i migranti in lavori socialmente utili. Firenze ha messo infatti a disposizione 100 euro a persona che servono per l’assicurazione e l’acquisto di strumenti, attrezzature e indumenti per lo svolgimento delle attività, nonché per l’eventuale partecipazione a momenti di orientamento e formazione necessari alle attività di inserimento. Potranno partecipare al progetto quei migranti che hanno presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale, sottoscritto il Patto di volontariato e richiesto l’adesione ad un’associazione di volontariato o di promozione sociale. Attualmente sono circa una quindicina i migranti in regola con queste indicazioni e che quindi potranno essere chiamati a svolgere attività di volontariato in ambiti di utilità sociale e di pubblico interesse.

“Questa firma – ha sottolineato il sindaco – rappresenta il sigillo di un percorso di impegno iniziato tre anni fa. E che ha già dato alcuni importanti frutti: già l’anno scorso sei migranti si sono adoperati per fare piccoli lavoretti nell’area dell’ex convento dei Cappuccini. Un progetto che vuole far sì che il percorso di integrazione e comunicazione, inevitabilmente difficile per le differenze culturali e linguistiche, sia il più possibile rapido e foriero di arricchimento per i migranti ma anche per la comunità pontremolese che li ospita”. Don Pratolongo sottolinea come questo progetto abbia anche la valenza di insegnare un mestiere: “Inizialmente questi giovani dimostrano evidenti difficoltà nella manualità, ad esempio nel tagliare l’erba. Ma sono persone volenterose e imparano velocemente”. “Progetti come questo sono importanti – ha sottolineato il prefetto – perché non si deve pensare solo a dare ai migranti un tetto e un pasto, ma si deve offrire una reale possibilità di integrazione. E questo lo si può fare tramite lo strumento del lavoro, che può creare un legame tra la collettività e questo gruppo di persone. Per questo cercherò di “spingere” anche in altre realtà della provincia perché si portino avanti altri progetti simili a quello che è partito qui a Pontremoli”. (r.s.)