
Prelevata due anni fa per il restauro. Un comitato locale aveva proposto un progetto di ricollocazione al quale non è stata data risposta


Sono passati due anni da quel 9 aprile 2019 quando gli operai del Comune di Pontremoli prelevarono la statua stele che da quasi un secolo era collocata in un’edicola sul sagrato della chiesa parrocchiale di Scorcetoli. Una iniziativa assunta dalla Soprintendenza per preservare il reperto preistorico da possibili atti vandalici e, dopo un accurato restauro, metterlo al riparo dalle ingiurie arrecate dall’esposizione alle intemperie. “In due anni della Statua Stele non abbiamo saputo più niente – dicono alcuni abitanti del luogo – nonostante la nostra comunità si fosse mobilitata e abbia fatto realizzare ad uno studio tecnico specializzato una proposta di allestimento per conservare in loco il reperto in tutta sicurezza e all’interno di un progetto di valorizzazione”. Il progetto proposto dal comitato prevede infatti la realizzazione di una moderna bacheca in ferro e vetro antisfondamento, con il logo del Museo delle Statue Stele Lunigianesi e una descrizione storico-artistica del reperto. Perché a Scorcetoli l’iniziativa di prelevare la Statua Stele non era stata presa bene pensando che una volta completato il restauro potesse essere destinata al Museo di Pontremoli come peraltro sta accadendo per una parte degli altri reperti conservati nel territorio.

“Nel luglio di due anni fa abbiamo presentato un progetto per ricollocarla a Scorcetoli, ma nessuno ci ha risposto – continuano i promotori dell’iniziativa – e nemmeno ci è mai stato comunicato a quale punto sia un restauro che era stato presentato come estremamente urgente ma del quale non si sa più nulla”. Il timore è che la statua stele di Scorcetoli giaccia in qualche magazzino ancora in attesa degli interventi annunciati e che, comunque, al termine degli stessi possa essere destinata ad una collocazione diversa. “Ci chiediamo il perché del trattamento diverso riservato a questo reperto rispetto ad altri che si trovano nella stessa situazione e che tuttavia non sono state rimosse. Inoltre ci chiediamo perché non si voglia prendere in considerazione il progetto di ‘museo diffuso’ che abbiamo presentato”. “La statua stele di Scorcetoli è conservata nei depositi della Soprintendenza – spiega la sindaca di Filattiera 16 – ancora in attesa dei restauri. Abbiamo preso l’impegno di convocare un incontro a Scorcetoli e lo faremo non appena saremo usciti da questa emergenza sanitaria che da oltre un anno impegna tutte le nostre forze. In quell’occasione saranno prese tutte le decisioni del caso e potremo procedere”. (p. biss.)
Pietro Ferrari la riconobbe in un castagneto

Era stato il gen. Pietro Ferrari nel 1929 ad accorgersi che quella pietra dalla strana forma e infissa nel terreno a mo’ di termine di confine era in realtà la memoria di una cultura lontana, riemersa dalla terra che l’aveva coperta per millenni. Rinvenuta all’interno di un castagneto dove forse era stata abbandonata dopo il primo ritrovamento, quella strana pietra squadrata era stata collocata dagli ignoti scopritori sul limite delle proprietà parrocchiali di Scorcetoli e di Caprio, in loc. “Magaiana”, lungo un percorso di campagna (la “strada della Selva”) oggi nei pressi del percorso della via Francigena. Un terreno rimasto alla parrocchia di Scorcetoli fino a pochi anni fa, nel quale è ancora il castagneto, in un territorio la cui organizzazione, rispetto all’epoca alla quale risale la statua stele, è mutata profondamente soprattutto per le conseguenze della costruzione della ferrovia, evento che potrebbe essere all’origine del primo, inconsapevole, ritrovamento. All’occhio attento dello storico acuto quale era Pietro Ferrari non era sfuggito quel reperto che venne destinato ad una collocazione più adeguata e, da Giovanni Lazzerini, collocato poco lontano, su un’edicola realizzata allo scopo sull’angolo meridionale del sagrato della chiesa parrocchiale di Scorcetoli dove è rimasta per novant’anni. Parzialmente mutila della testa, forse in parte riscolpita, con un collo ben pronunciato e la raffigurazione delle braccia e di un’ascia, è stata classificata come ritrovamento n. 29 e compresa tra le Statue Stele del gruppo B.