
Cantieri finalmente al via ma ancora nessun accertamento giudiziario a 12 mesi dalla caduta del ponte della Bettola

A un anno dal crollo del ponte della Bettola, l’8 aprile 2020, l’opposizione consigliare di Aulla ha pubblicato un duro documento in cui si indicava, nel sindaco e nella catena di comando del Pd toscano, i responsabili del nulla di fatto di questi 12 mesi. L’amministrazione comunale aullese, è stata curiosamente attiva, contemporaneamente, sul fronte istituzionale e su quello della protesta. Quest’ultima è stata rappresentata da 35 attività produttive di Albiano che si sono recate dal Prefetto di Massa Carrara, Claudio Ventrice, per consegnare simbolicamente le chiavi delle proprie aziende e chiedere maggiori ristori per le loro attività. Una protesta contro le istituzioni a cui ha preso parte il vicesindaco Roberto Cipriani nello stesso giorno in cui il sindaco Roberto Valettini, con un lungo comunicato stampa ha difeso le scelte compiute (no ad un ponte provvisorio, sì alle rampe sull’A15, i trasporti supplementari e gratuiti da Albiano a Aulla, i servizi sanitari e amministrativi portati nella popolosa frazione, i contributi al commercio) e ha elencato tutti gli atti istituzionali con i quali si è adoperato per alleviare i disagi e per accelerare la cantierizzazione del nuovo ponte. Ma se gli anniversari servono a fare dei bilanci, ad un anno dal crollo due aspetti meritano una riflessione. Il primo riguarda la vicenda giudiziaria.

Dopo l’apertura del fascicolo presso la Procura di Massa, con l’iscrizione sul registro degli indagati di 17 persone, di indagini, perizie e incidenti probatori non si è saputo più nulla; nessuna ricostruzione di eventuali responsabilità sembra essere vicina ad una pur parziale conclusione, mentre le piene del Magra hanno spinto a valle parte dell’implacato che era stato messo sotto sequestro per compiere le perizie: non certo una situazione che accresce la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Il secondo nodo riguarda la ricostruzione. Le cantierizzazioni per il nuovo ponte sono partite sulla sponda destra secondo il cronoprogramma, e con un paio di settimane di ritardo sono cominciati i lavori per la costruzione dell’accesso all’A12 a Ceparana. È presto per dire se i tempi promessi da Anas per la consegna del nuovo ponte (marzo 2022) saranno rispettati, ma sono oramai chiare le responsabilità dei ritardi: l’operato della Ministra delle Infrastrutture De Micheli, giunta ad Aulla solo a settembre, in campagna elettorale, senza soluzioni e la sua scelta di nominare commissario straordinario un Presidente di Regione a fine mandato, con l’inevitabile groviglio giuridico, hanno determinato il lungo stallo a cui si è assistito. Il coinvolgimento delle istituzioni liguri avrebbe probabilmente permesso di esercitare una pressione trasversale agli schieramenti politici su Anas e MIT e accorciare lo stallo che si stava producendo, ma nell’anno elettorale l’idea fu categoricamente esclusa dai vertici del Pd toscano e locale per il quale “il ponte collega Albiano e Caprigliola”. Di molti dei protagonisti di quelle decisioni si osserva oggi il dileguarsi dalla scena albianese. (d.t.)
Cittadini e imprese subiscono i disagi delle decisioni sbagliate
L’anno trascorso senza il ponte ha pesantemente inciso sul tessuto sociale ed economico di Albiano. Famiglie, lavoratori, imprese, in un momento già reso difficile dalla pandemia, hanno pagato duramente l’isolamento di Albiano e le precarie condizioni dell’unica strada di collegamento in piano, la provinciale della Ripa. Ce lo ha confermato Martina Romeo, albianese, con un impiego a Sarzana: “prima della caduta del ponte raggiungevo il lavoro in 20 minuti. Adesso impiego oltre un’ora. Se poi, come in questi giorni, la Ripa viene chiusa per il pericolo di frane dovuto alle piogge, il percorso diventa più tortuoso: o via Vezzano oppure via Bolano-Podenzana-Aulla, per poi prendere l’autostrada: in entrambi i casi impiego 1 ora e un quarto”. C’è chi poi il ponte della Bettola lo attraversava in direzione contraria, in molti anche dall’Alta Lunigiana, per raggiungere il lavoro nell’area industriale di Ceparana, come Luca Pischedda, addetto di un importante colorificio della zona, che da un anno a questa parte raggiunge il luogo di lavoro, partendo dalla sua casa di Filattiera e facendo rotta verso Barbarasco e Novegigola; da lì, discesa a Montedivalli e arrivo al lavoro dopo oltre un’ora, contro i 40 minuti che impiegava prima. “La strada è tortuosa, il fondo dissestato, non mancano le frane – racconta Pischedda – ma non vi è l’incognita traffico che incontrerei prendendo l’autostrada e risalendo a Ceparana dalla Ripa”.
C’è poi il capitolo delle attività produttive e del commercio albianese, per le quali Regione Toscana in settembre ha stanziato 150 mila euro di ristori. Emilio Moretti è il titolare della storica pizzeria d’asporto di Albiano, la Pizzeria del Moro. Per lui il crollo del ponte non ha rappresentato solo il 30% in meno di consegne nell’area di Caprigliola, Santo Stefano e Madonnetta, ma ha anche pregiudicato l’ingente investimento realizzato nella primavera 2020, quando l’attività si è spostata dal centro storico alla strada provinciale, in un locale dove potere servire pasti a sedere, anche a pranzo. “I maggiori introiti non sono tali da compensare i costi dell’investimento effettuato – racconta Moretti – ma paradossalmente mi hanno impedito di accedere alle compensazioni della Regione”. A sostenere il commercio albianese sono rimasti gli abitanti della popolosa frazione, ma lo scoramento è alto, anche per le complicazioni della burocrazia: “Albiano – ci dice Moretti – è in Toscana ma senza ponte dipende in tutto e per tutto dalla Liguria. Abbiamo chiesto al Prefetto un provvedimento che consenta nell’area di Albiano, Ceparana, Bolano e Follo gli spostamenti tra regioni diverse, per consentire al commercio di sopravvivere. Sembra una cosa semplice e di buon senso, ma dopo un anno il blocco non è ancora stato rimosso”. (d.t.)