
Un viaggio indietro nel tempo. Vescovo di Luni e martire nel IX secolo

Sono le ore 12 del 25 febbraio e mentre la luce bianca del sole passa tra i freddi marmi del Duomo di Carrara, la teca contenente le spoglie di san Ceccardo, martire e antico vescovo di Luni, viene estratta per procedere alla ricognizione canonica, che verrà eseguita dall’equipe della Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa.
Le spoglie del Santo, patrono della città e del vicariato di Carrara, sono infatti conservate in una teca al di sotto dell’altare a lui dedicato nella navata laterale del Duomo, mentre il cranio è riposto in un reliquario di argento. Prima di questa operazione, viene celebrato un breve momento di preghiera, presieduto da mons. Gianni Ambrosio, amministratore apostolico della diocesi: supervisionano le operazioni il parroco, mons. Raffaello Piagentini, assieme al delegato vescovile don Samuele Agnesini, alla presenza del notaio don Maurizio Manganelli e del Promotore di Giustizia don Luca Franceschini, che hanno seguito tutte le attività di studio concluse pochi giorni dopo, con la ricollocazione delle spoglie del Santo.

L’operazione è stata effettuata dall’equipe della Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, diretta dalla prof.ssa Valentina Giuffra e costituita dall’antropologa Simona Minozzi, dagli archeologi Agata Lunardini e Giovanni Gatti, e dal fotografo documentarista Marcello Gambini.
L’intervento consentirà di effettuare per la prima volta lo studio scientifico dei resti con lo scopo di ricostruire il profilo biologico del Santo e di ottenere informazioni sulle condizioni di vita e di salute al tempo in cui è vissuto, che secondo la tradizione si fa risalire tra il VI e l’VIII secolo. A questo fine, sono stati effettuati esami radiodiagnostici presso il reparto di radiologia dell’ospedale di Carrara, grazie alla disponibilità del Direttore del Presidio Ospedaliero delle Apuane, dott. Giuliano Biselli e della dott.ssa Maria Xiarchou.
“Sarà l’occasione non solo per esaminare i resti del Santo – ha dichiarato don Luca Franceschini – ma anche per aprire il reliquiario che contiene il cranio e compiere uno studio antropologico per capire le eventuali patologie, in vista di una valutazione più attendibile della datazione dei resti: Ceccardo ci racconterà qualcosa anche del tempo in cui è vissuto”.
Don Samuele Agnesini invece ha evidenziato: “Questa ricognizione ha lo scopo di valutare lo stato di conservazione delle reliquie, ma anche ci dà allo stesso tempo la possibilità di approfondire anche la vita di san Ceccardo e quindi di andare alle radici della fede nel nostro territorio, per riscoprire la nostra appartenenza”.
Già nella ricognizione avvenuta nel 1996, infatti, alcune reliquie del Santo che subì il martirio, furono prelevate al fine della consacrazione di alcuni altari, nell’ambito del rito di dedicazione di alcune chiese della nostra diocesi.
L’intervento, che ha combinato le operazioni di ricognizione delle reliquie con lo studio bioarcheologico dei resti umani e con indagini storico-letterarie, potrà apportare dati nuovi e inediti per ricostruire la “biografia” del Santo, la cui vicenda storica è caratterizzata da scarsi elementi di certezza, restituendo nuova luce ad una figura singolare e di grande rilevanza nella storia medievale di Carrara.
L’intervento è stato reso possibile grazie al contributo delle ditte: VF Marmi Srl, Autotrasporti 2P Srl , Beran Srl e Coopertiva Cavatori Lorano Srl. (df)