Con la celebrazione in cattedrale a Massa della Giornata della Vita Consacrata
Mons. Ambrosio in cattedrale a Massa
L’atto liturgico che ha segnato l’inizio della attività pastorale dell’Amministratore apostolico mons. Gianni Ambrosio in terra apuana è stata la celebrazione in cattedrale, nel pomeriggio di martedì 2 febbraio, della Presentazione di Gesù al tempio, nella cui cornice è inserita la festa della Vita Consacrata. Presenti una rappresentanza delle religiose e dei religiosi (Missionari di Maria e francescani), canonici del Capitolo e diversi parroci della città. Hanno concelebrato il vicario per la vita consacrata, mons. Ivo Ercolini, e il parroco della cattedrale mons. Giulio Rossi.
Giunto a metà chiesa, il Vescovo si è fermato a benedire le candele accese, simbolo della luce eterna, mentre veniva cantata l’antifona “Lumen ad revelationem gentium”. Intensa è stata l’omelia, radicata sulla Parola proclamata: la somiglianza di Cristo agli uomini – Lettera agli Ebrei – e il riconoscimento di Cristo come salvatore del mondo – Vangelo di Luca, racconto di Simeone.
Mons. Ambrosio ha esordito esprimendo la sua gioia di iniziare il suo servizio in questa comunità cristiana di Massa Carrara – Pontremoli. Ha quindi spiegato il valore della preghiera nella vita dei consacrati: “Il vostro carisma è la lode a Dio e la preghiera per il popolo di Dio in cammino”. Ed ha sottolineato il valore della responsabilità: “Siamo tutti uniti nel Signore Gesù, siamo tutti legati a quel ‘sì’ in cui si esprime l’offerta al Padre, attraverso le mani, il cuore, la fede di Maria e Giuseppe”.
All’insegna della cordialità e della collaborazione
i primi incontri con le autorità
Mons. Gianni Ambrosio con il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti
Primi incontri istituzionali per mons. Gianni Ambrosio, amministratore apostolico della diocesi apuana. Dopo la prima celebrazione in cattedrale, il 2 febbraio scorso in occasione della Giornata della Vita Consacrata, il vescovo Gianni ha iniziato ad incontrare alcune tra le autorità civili del territorio, un gesto di attenzione e di considerazione, in ordine al ruolo di pastore, seppur “provvisorio”, della Chiesa apuana. Nella sede di Palazzo Ducale a Massa, il vescovo Gianni ha fatto la conoscenza del prefetto di Massa Carrara, Claudio Ventrice, e del presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti.
Incontri cordiali e sereni, che hanno rappresentato l’occasione non solo per una prima conoscenza personale, ma anche per compiere una breve visita alle bellezze contenute nel “Palazzo rosso” di piazza Aranci.
Mons. Ambrosio ha ammirato alcuni luoghi importanti dal punto di vista storico-artistico, come il calco del portale del Biduino, il Salone degli Svizzeri e la Cappella Ducale, ma anche spazi significativi per la vita civile, come la Sala della Resistenza.
In un momento particolarmente delicato, come quello della pandemia, univoco è stato l’auspicio per una collaborazione tra la Chiesa e le Istituzioni che intensifichi il rapporto di collaborazione esistente. In una settimana densa di appuntamenti, mons. Ambrosio ha incontrato anche il sindaco di Massa, Francesco Persiani, e il sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, approfittando per una piccola “occhiata” al Duomo di Carrara, ma ripromettendosi una visita più dettagliata. Intensa anche l’attività presso la Curia vescovile, con il saluto di mons. Ambrosio ai dipendenti e ai collaboratori, e le prime riunioni con alcuni organismi diocesani. (df)
Spiegando poi il significato della festa della Presentazione ha aggiunto che “essa celebra il mistero che è posto al cuore della storia della salvezza. Nella Legge di Mosè l’offerta del primogenito voleva esprimere il riconoscimento fondamentale dell’uomo di fede e del popolo credente e cioè che la vita viene da Dio e il popolo di Dio deve la sua esistenza alla bontà e alla benevolenza del Signore. Questo segno, voluto dalla Legge di Mosè, assume un valore profetico, di prefigurazione in Cristo Gesù, perché Lui porta a compimento la profezia”.
“La lettera agli Ebrei – ha proseguito il presule – ci introduce in questo mistero di offerta di dedizione, di obbedienza, di sacrificio. Presentato al tempio, Gesù inaugura nella sua vita il nuovo sacerdozio, quello esistenziale, quello pieno di misericordia e di amore, fatto anche di grande sofferenza. Doveva in tutto rendersi simile ai fratelli per diventare un Sommo Sacerdote misericordioso, allo scopo di espiare i peccati del mondo. Nel ‘sì’ totale, incondizionato al Padre, Gesù unisce a sé il ‘sì’ di Maria, il ‘sì’ di Giuseppe, il ‘sì’ di tutti noi”.
Nelle parole conclusive l’invocazione a San Giuseppe, alla Vergine Maria e ai santi “perché ci diano un po’ di quella luce che ha illuminato il loro cammino cosicché anche noi possiamo vivere la nostra vita come vocazione alla santità, con l’esempio della preghiera, del dono di sé, della missione”. E una supplica allo Spirito Santo “perché susciti in noi un amore rinnovato e perché il suo soffio vitale e la sua voce misteriosa possa risuonare ed esser accolta nel cuore di molti giovani”.
Prima del congedo finale, il Vescovo Gianni Ambrosio ha donato alle tre suore che ricordavano il sessantesimo di professione religiosa – suor Bianca e suor Teresia della Figlie di Gesù e suor Fiorenza delle Figlie di Maria Missionarie di Marina di Massa, impossibilitata a partecipare, ma rappresentata dalla sua superiora – l’ultimo libro di Papa Francesco come ringraziamento per il traguardo raggiunto, segno di fedeltà e di grazia.