
Un forte appello del capo gruppo “Fratres” di Pontremoli, Armando Mastroviti

“Ora dobbiamo rimetterci in cammino per recuperare il tempo perso a causa del coronavirus”. Così si esprime il presidente del Gruppo “Fratres” di Pontremoli, Armando Mastroviti, che fa appello al grande cuore dei donatori per risalire la china dopo che, alla conclusione dei primi sei mesi dell’anno, sono stati registrate circa 65 donazioni in meno da parte del Gruppo e 120 a livello di centro trasfusionale. Tuttavia, Mastroviti tiene a sottolineare che l’appello che rivolge ai donatori “non è certo legato alla voglia di battere dei record. No, è la voglia di dare risposte alla salute di tutti. Dopo il periodo di lockdown, gli ospedali sono tornati a lavorare a pieno ritmo e, quindi, a far uso di sangue, utilizzato, durante la chiusura, solo per le emergenze. Per questo abbiamo bisogno di ripartire forte con le donazioni”. In particolare Mastroviti si attende una risposta da chi non ha effettuato la sua solita donazione durante i mesi “caldi” della pandemia: “Marzo ed aprile sono stati i mesi più duri – sottolinea – mentre a maggio e giugno siamo riusciti a ripartire e ad andare in pari con i dati dell’anno passato. Ma ora c’è bisogno di un’accelerazione e so che i donatori della Lunigiana sono in grado di farlo”. Mesi duri anche per una toccante perdita per il gruppo Fratres, con la scomparsa del presidente emerito Nino Nadotti “è stato un colpo duro per tutti noi. Ma proprio il suo insegnamento ci dà maggior stimolo per ridare slancio al mondo della donazione a cui lui teneva moltissimo”.

Ritornando ai dati, se i primi sei mesi dell’anno sono stati negativi, sono invece in controtendenza quelli relativi al plasma (con un piccolo ma significativo +3). Probabilmente anche per la positiva suggestione creata dalla possibilità di effettuare la terapia del plasma iperimmune (che utilizza il plasma di pazienti guariti da infezione da Covid 19 per curare malati di Coronavirus), adottata dalla Toscana e quindi anche dall’Asl Toscana Nord, “dimostrando la qualità dei centri trasfusionali della regione”. A questo proposito, da segnalare una curiosità statistica: tra quanti si sono recati al Centro trasfusionale pontremolese, c’è stato un donatore che era stato positivo al coronavirus ma purtroppo “non aveva sviluppato gli anticorpi”. Un altro aspetto positivo che Mastroviti evidenzia nella fase difficile “è stato l’arrivo di 15 giovani nuovi donatori. Un bel segnale dai ragazzi che rappresenteranno l’ossatura del gruppo di domani”.
Giovani a cui ora, come spera Mastroviti, si devono unire i donatori abituali: “È un appello che rivolgiamo tutti gli anni ma in questo 2020 ha un’importanza ancora maggiore. Prima di andare in vacanza al mare o in montagna, chiedo a tutti i donatori di recarsi al centro trasfusionale e di donare. Come ben sanno, è un piccolo gesto ma può valere davvero tanto”. (r.s.)
Centro Trasfusionale Pontremoli
Tutte le garanzie per una donazione sicura

“Donare in sicurezza” questa è la parola d’ordine che vige al centro trasfusionale dell’ospedale di Pontremoli. Per questo è importante (anche se non obbligatorio) prenotare la propria donazione (questi i contatti 0187 442227 – 462206) per permettere di regolamentare l’afflusso. “È bene presentarsi all’appuntamento cinque, dieci minuti prima – sottolinea Mastroviti -, così da compilare il questionario. Prima dell’accesso viene misurata la temperatura con il termoscanner, poi si accede al centro trasfusionale. Tutto il personale è attrezzato con tute e mascherine ed una volta compiuta la donazione viene sanificato l’ambiente”. Non solo: c’è anche la possibilità di effettuare il test sierologico (che permette di individuare chi ha avuto la malattia e ha prodotto anticorpi sufficienti a garantire la copertura). Questo è un servizio a richiesta, fornito dalla Regione Toscana a partire dal 15 giugno. Tra le novità positive c’è anche quella che, al termine del generoso gesto, i donatori potranno tornare a godere della loro “meritata” colazione nel bar dell’ospedale, recentemente riaperto. Mastroviti non nasconde però il disappunto per la questione del centro trasfusionale: “Sono ormai tre anni che attendiamo i lavori di ampliamento, a cui sono seguite promesse di trasloco in aree più grandi. Ormai siamo stufi di attendere e di essere presi in giro, c’è bisogno di una risposta chiara e definitiva al più presto”. (r.s.)