
Il Vescovo ha celebrato la S. Messa per la festa della Pentecoste nel duomo di Pontremoli
Due importanti celebrazioni si sono svolte nei giorni scorsi a Pontremoli in concattedrale. Venerdì 29, per iniziativa dell’Amministrazione comunale, è stata celebrata una S. Messa in suffragio di quanti sono deceduti nel periodo in cui era sospesa la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose ed i funerali dovevano essere svolti in forma strettamente privata, con la presenza dei soli famigliari più stretti.
La S. Messa è stata concelebrata dai sacerdoti che hanno in cura le parrocchie del territorio comunale, alla presenza dei rappresentanti dell’Amministrazione stessa e con la partecipazione di numerosi fedeli, che hanno occupato tutti i posti disponibili in base alle norme stabilite nel protocollo firmato dalla Cei e dal Governo italiano.
Nel pomeriggio di domenica 31 maggio, il duomo ha accolto di nuovo, dopo i mesi segnati dalle restrizioni dovute alla pandemia, il vescovo diocesano, mons. Giovanni Santucci, per la celebrazione della S. Messa delle ore 18, nella ricorrenza della festa della Pentecoste. Affiancato dal parroco padre Dario Ravera e assistito dal diacono don Jules, in apertura di celebrazione il vescovo, dopo aver espresso il suo dispiacere per la mancata celebrazione della Cresima, si è detto lieto di poter riprendere il contatto diretto con i fedeli e che ciò sia avvenuto in occasione di una festa così significativa per la vita della Chiesa.

Nell’omelia, il vescovo Giovanni ha ricordato che Gesù, asceso al cielo, manda lo Spirito perché i suoi fedeli possano realizzare quel progetto di vita nuova che lui, mandato dal Padre, è venuto ad iniziare. Ha poi suggerito due momenti narrati nella Bibbia che acquistano un significato particolare alla luce della Pentecoste.
Quando negli Atti degli Apostoli si parla di una lingua che tutti capiscono, il riferimento è all’episodio della torre di Babele: gli uomini volevano che arrivasse fino al cielo per sostituirsi a Dio, ma Dio non glielo permise e, confondendo le loro lingue li disperse. Nella Pentecoste succede il contrario. L’altro momento si ha con Gesù che si mostra agli Apostoli dopo la sua risurrezione. Tommaso si rifiuta di credere a ciò che non ha visto, per questo Gesù, nella seconda apparizione, gli ricorda che saranno “beati coloro che crederanno senza aver visto”.
Noi siamo quelle persone: crediamo in Gesù che vediamo nel sacramento e ci nutriamo di lui. In conclusione, il Vescovo ha ricordato le difficoltà della ripartenza dopo questi mesi di sofferenza ed ha invitato a non insistere sulla paura: dobbiamo essere prudenti, consapevoli ma non cedere alla paura perché non è con quella che si risolvono i problemi. Ha invitato a guardare al futuro con fiducia, impegnandoci a ricostruire il tessuto di fede delle nostre comunità, facendo ripartire le iniziative pastorali a partire da quelle rivolte ai più giovani.
(a.r.)