Un inverno senza vergogna

06meteoIl vocabolario sta per esaurirsi: non si sa più quale espressione usare al cospetto di un inverno tanto indecente: verrebbe da piangere così come ha ‘pianto’ il tempo per giorni, dispensando pioviggine per l’incapacità dimostrata dall’inverno a fare il proprio mestiere. Foschie, nebbie, stillicidio costante, umidità a saturazione…
La potente fiamma del falò acceso in onore di San Geminiano, venerdì 31 gennaio, aveva distolto per un attimo il pensiero. Le ostinate nubi fantozziane, ad un certo punto, parevano essersi accampate ad otturare con accanimento i versanti occidentali. Il sole brillava persino nella ‘Bassa’, mentre qui neppure un pertugio fra gli strati che lasciasse passare un raggio di sole per sbaglio! Altra chicca della idiosincrasia fra versanti si è vista il 3: mentre in Lunigiana ristagnava un umido indegno di febbraio, le correnti favoniche si sono riversate dalle Alpi interessando parte della Valpadana dal Piemonte all’Emilia nonché i versanti orientali di Corsica e Sardegna.
06meteo_tabellaQuell’aria, già tiepida in origine, si è ulteriormente riscaldata per compressione facendo impennare i termometri fino a più di 25°C come a Torino, a Cuneo, a Bobbio e a Capo Bellavista per citare qualche caso, mentre altre aree padane restavano sotto la coltre nebbiosa. Quando irrompe il foehn, di solito la visibilità migliora nettamente e l’orizzonte diviene limpidissimo; in realtà, come si legge molto bene nell’analisi pubblicata sul sito www.nimbus.it, un abbondante trasporto di polvere sahariana da sud verso nord e il suo rientro da W attraverso le Alpi ha precluso l’immediato ritorno di una vista nitida lasciando aerosol atmosferico.
Martedì, finalmente, con le correnti piegate a NW, dopo l’ennesima notte di bagnìo piovigginoso, le schiarite si sono proposte dapprima in montagna e poi, alle 12,30, il vento ha fatto benefica e desiderata irruzione anche a valle. Raffiche intense si sono messe all’opera per spazzare via tutto il putridume che ancora indugiava nelle zone d’ombra.
L’umidità è crollata di colpo e, con il girare delle correnti da NW, il vento ha recato anche aria appena più fredda (specie rispetto a quella eccezionalmente calda di ieri in Val Padana!). Adesso servirebbe che questo vento durasse giorni e giorni e si irrigidisse per bloccare il risveglio della vegetazione più sensibile e precoce, più esposta ai ritorni di freddo tardivi.
Purtroppo, le previsioni tolgono ogni speranza di una resipiscenza dell’inverno. Le folate asciutte cesseranno ben presto e tornerà a dominare il deprecato status quo ante.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni