
Nell’Almanacco 2017 un ampio ricordo del generale scomparso nel 1945

Consapevoli del dovere di lasciare segno del tempo (in arabo almanacco), tre anni fa anche i filattieresi hanno iniziato a fare il loro Almanacco. Prima i vecchi ponti, poi i giochi, e ora una monografia intorno alla personalità umana e culturale di Pietro Ferrari.
La presidente dell’Associazione Culturale kuaikò Lorella Vannoni spiega l’idea della scelta. Il 12 dicembre 2015, per iniziativa dell’Associazione Culturale Pontremolese “Vasco Bianchi”, fu fatto un Convegno, a 70 anni dalla morte, per ricordare Pietro Ferrari, medico, storico, scrittore. Nella giornata commemorativa fu illustrata tutta l’attività del personaggio, al quale nel 1954 fu intitolata la Scuola Media di Pontremoli (ora accorpata con Filattiera e Zeri). Pertanto gli studenti delle terze medie dell’Istituto Comprensivo sono stati coinvolti nell’attività didattica per conoscere il titolare della loro scuola.
Le loro ricerche rientravano nel POF (Piano Offerta Formativa) condotte con le insegnanti Anna Pini, Maria Cristina Pasqualetti, Angela Bergamaschi, Lucia Mancini. Hanno approfondito l’interesse che Ferrari ebbe per il dialetto, l’attenzione al patrimonio artistico che fece conoscere in una preziosa Mostra di arte sacra del 1939, e l’opera narrativa delle Novelle di Val di Magra, le hanno elaborate nei punti essenziali e alcune vengono pubblicate nell’Almanacco, che esce con la cura anche della Pro Loco, e si avvale per l’impegno di ricerca di Maria Gabriella Ferrari pronipote del generale medico.
Fu proprio Pietro Ferrari a pubblicare nel 1940 un primo Almanacco Pontremolese “Il Campanone” con scritti suoi e di moltissimi collaboratori su eventi di storia locale ad ampio raggio. La bibliografia di Ferrari è tanta; in sintesi gli studi più importanti riguardano l’Ospedale di San Jacopo di Filattiera, I castelli di Lunigiana, molti articoli originali sul Corriere Apuano, quelli del 1925-1926 sono raccolti nel libro “La chiesa e il convento di San Francesco”, note di cronaca spesso attinte dall’archivio di famiglia, “Inchiesta sulle caminate” della valle della Capria, sulla lapide di San Giorgio detta di Leodegar.
Sono presenti nell’Almanacco anche alcuni scritti originali, il primo è del 1891, a 17 anni: sono note storiche su Rocca Sigillina. Come medico soldato nella guerra di Libia dimostrò apertura mentale, in tempi di aggressivo colonialismo formò a Tripoli un “Educatorio” per i bambini arabi, in 150 furono tolti dalla strada, istruiti con sensibilità psicologica e con rispetto dei loro usi e credenze religiose e affidò ad un iman arabo la scuola coranica. Dopo la Libia fu sui campi della Grande Guerra, meritò medaglia d’argento sul Carso. Si congedò nel 1919 e si dedicò agli studi, alla scrittura e alla medicina, curava chi aveva bisogno e senza farsi pagare. Sollecito nello spronare i giovani ai valori della libertà democratica e della lotta antifascista, fu anche un proprietario illuminato nel promuovere zootecnia moderna e sperimentazioni agronomiche.
(m.l.s.)