

Un gravissimo episodio si è verificato nel primo pomeriggio di lunedì scorso in Nicaragua: alcuni militari hanno aggredito verbalmente e fisicamente il card. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, il suo ausiliare, mons. José Silvio Báez, e il nunzio apostolico, mons. Waldemar Stanisław Sommertag, nella chiesa di san Sebastiano, a Diriamba.
I vescovi, accompagnati da altri sacerdoti dell’arcidiocesi di Managua e da alcuni giornalisti, si erano diretti con un pulmino nella città, oggetto di forti scontri negli ultimi due giorni. In particolare volevano portare aiuto e conforto alle 12 persone che si erano rifugiate nella chiesa di san Bartolomeo, assediata da giorni. I presuli sono stati strattonati e insultati.
Mons. Báez, come ha annunciato egli stesso su Twitter, è stato ferito al braccio e gli è stata strappata la croce pettorale. A un sacerdote che accompagnava i vescovi è stato sottratto il cellulare. Forti sono state le reazioni all’aggressione subita dai prelati, che ha fatto temere anche per le altre persone presenti nella chiesa. Un gesto compiuto in un modo così scoperto nei confronti di esponenti della Chiesa cattolica non si è mai verificato e non fa che confermare l’escalation di violenza manifestatasi nel Paese negli ultimi due giorni.
Ad innescarla sono state le parole del presidente Daniel Ortega che sabato scorso ha escluso la possibilità di anticipare le elezioni al 2019, gettando così all’aria la fragile ipotesi di dialogo alla quale i vescovi stavano lavorando. Un’azione avviata quando lo stesso Ortega aveva chiesto all’episcopato di essere mediatore e testimone del dialogo di pace.
Dopo l’aggressione, nella notte italiana, il card. Leopoldo Brenes ha diffuso attraverso il profilo Facebook dell’arcidiocesi di Managua una dichiarazione: “Mai in Nicaragua avevamo visto una situazione così. È molto triste”. E ancora: “Non siamo andati a compiere un’azione violenta, siamo andati nelle parrocchie a consolare i nostri sacerdoti, per accompagnarli nella sofferenza, ciò nonostante abbiamo subito questa aggressione e abbiamo sofferto tutto questo in nome di Cristo. Noi ci sentiamo deboli davanti a questa aggressione però la Parola del Signore ci dice ‘Ti basta la mia forza, ti basta la mia grazia’”.
“La Chiesa cattolica andrà avanti, non ha paura”, ha dichiarato il vescovo ausiliare di Managua, mons. José Silvio Báez. Messaggi di solidarietà alla Chiesa del Nicaragua sono giunti da più parti, in particolare dalle Conferenze episcopali di Costa Rica e Panama.