Il culto locale a Petronilla, santa cristiana del I secolo

È venerata alla Pieve di Saliceto, tra le più antiche della Val di Magra. Ogni anno si celebra la festa

Guercio, Sepoltura e gloria di santa Petroniana (1623). Roma, Musei Capitolini. Particolare
Guercio, Sepoltura e gloria di santa Petroniana (1623). Roma, Musei Capitolini. Particolare

Puntuale nella prima domenica di giugno si celebra la festa di santa Petronilla a Pieve di Saliceto, prima del 1202 detta “di Urceola”, eretta forse in un conciliabulum ligure, poi pagus romano, il documento più antico che la riguarda è del 26 luglio 998, dedicata ai santi Ippolito e Cassiano. La festa continua ad attirare i fedeli esterni e i parrocchiani, non molti, ma attivi per celebrarla al meglio. Di Petronilla figlia carnale di San Pietro – nata prima che si facesse discepolo di Gesù – si parlò fino a fine Ottocento, ma è leggenda senza fondamento, tra l’altro per incompatibilità anagrafica con la biografia della donna.
Senza avere la pretesa di essere esauriente, don Emilio Cavalieri, studioso di valore e parroco alla Pieve dal 1913 al 1951, tracciò notizie su Petronilla, riportate tra le altre nel libro “Per la storia di Pieve di Saliceto”, edito nel 2017 dalla parrocchia e dal Corriere Apuano.
I dati biografici attendibili si riassumono in poche parole: visse nel primo secolo, probabilmente sotto Domiziano, entrata nella famiglia del console Flavio Clemente ucciso perché cristiano, convertitasi, fu sepolta nel cimitero di Domitilla sulla via Ardeatina, sulla tomba fu scritto che era “figlia dolcissima” di San Pietro, da intendersi “secondo lo spirito”.

Santa Petronilla e i malati. Miniatura francese (XIV sec.)
Santa Petronilla e i malati. Miniatura francese (XIV sec.)

Nel 757 il sarcofago fu portato nella basilica vaticana vicino a quello di San Pietro, era il tempo del legame politico del papato coi Franchi che hanno il culto di Petronilla, chiamati in Italia contro i Longobardi. Nel 1506 papa Giulio II fece distruggere perché in rovina la basilica costantiniana di San Pietro per avviare la costruzione di quella attuale.
La tomba marmorea di Petronilla rimase a lungo in una sacrestia, fatta a pezzi per utilizzare il materiale per pavimentare la nuova basilica, furono salvate le reliquie e poste nel 1606 nell’altare (braccio destro della Crociera) dedicato alla santa in San Pietro con patronato francese, ornato dal mosaico che ne rappresenta la sepoltura copia della tela del Guercino, la quale ora è conservata nella Galleria Capitolina a Roma, dopo esser stata al Quirinale e a Lione requisita dai soldati napoleonici. La tela è uno dei capolavori del Guercino, ha echi caravaggeschi, divisa in due scene: in basso la santa inumata con personaggi disposti intorno e in alto accolta in cielo da Cristo mentre un angioletto le porge la corona.
Petronilla rifiutò l’amore del patrizio Flacco, si lasciò morire per digiuno a fine del I secolo, la memoria liturgica è il 30 maggio.

Guercino, Studio di composizione per la Sepoltura e gloria di santa Petronilla, 1621-1622, Windsor Castle, Royal collection. Particolare
Guercino, Studio di composizione per la Sepoltura e gloria di santa Petronilla, 1621-1622, Windsor Castle, Royal collection. Particolare

È specialmente invocata come protettrice dei bambini. Alla Pieve di Saliceto da tempi remoti si pratica un rito che ancora dura: ai bambini dopo i vespri si fa bere l’acqua benedetta il giovedì santo, non certo molto fresca data l’ora e portata all’esterno della chiesa: è come un secondo battesimo.
Una spiegazione suggerita è legata al ruolo importante dell’antica pieve, l’unica dove si celebravano battesimo e cresima, da cui dipendevano le tante cappelle del piviere situate in alta val Magra, del Verde, Gordana. Erano 24; questo l’elenco: Arzelato, Arzengio, Careola, Cargalla, Casalina Valdantena, Cavezzana Gordana e D’antena, Ceretoli, Cervara, Codolo, Dozzano, Gravagna, Oppilo, a Pontremoli Santa Cristina, San Giacomo, Santi Giovanni Battista e Colombano, Santa Maria Assunta, San Nicolò, Pracchiola, Rossano, Saliceto, San Cristoforo, Torrano, Traverde.
In inverno per il freddo non si potevano portare i bambini da tanto lontano alla chiesa matrice, lo facevano nel mite tempo della festa di Petronilla verso l’estate e si faceva bere l’acqua, che ancora viene fatta confluire dall’acquasantiera in una conca collegata a un tubo con rubinetto. Altra tradizione sostiene che l’acqua benedetta è fatta bere ai bambini come protezione contro la tosse asinina comunemente detta “tosse cattiva”, di cui ora non si sente più parlare, ma che infuriava in tempi non lontani: non era garantita l’efficacia del rimedio e neppure di quello di portarli all’alba lungo i fiumi o in aereo!

Maria Luisa Simoncelli