Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra

Domenica 20 maggio, Pentecoste
(At 2,1-11;  Gal 5,16-25;  Gv 15,26-27; 16,12-15)

20vangeloL’ultima cena è appena finita, Gesù fa un discorso d’addio, in cui promette ai discepoli lo Spirito Santo, e ne descrive l’azione nella Chiesa. Nei Vangeli sinottici il Maestro parla dello Spirito Santo disceso su di lui nel battesimo, e lo promette in dono ai discepoli, in particolare nella persecuzione, assicurando che insegnerà loro ciò che occorre dire.
La stessa promessa è presente in questi brani del vangelo di Giovanni: Gesù invierà il difensore e consolatore, che starà accanto ai discepoli di tutti i tempi.
In questo Vangelo l’accento glorioso prevale su quello del commiato. La vita stessa di Dio sarà presente nei discepoli e loro saranno suoi testimoni. Quando gli uomini sentiranno estranei i cristiani, nelle persecuzioni e nelle ostilità, loro continueranno a rendere testimonianza a Gesù, con l’aiuto decisivo dello Spirito, compagno inseparabile di ogni cristiano. Gesù afferma di non aver detto tutto: la conoscenza di Dio è infinita. Gesù è nel Regno con il Padre, ma lo Spirito che egli invia ai discepoli ricorda loro le sue parole, le approfondisce, rende comprensibile ciò che essi non hanno compreso su di lui durante la sua vita.
Il maestro ha spiegato Dio ai discepoli soprattutto con il suo comportamento, amandoli fino alla fine. Avrebbe potuto dire molte cose in più. C’è una progressiva iniziazione alla conoscenza di Dio. Chi lo segue impara a conoscerLo ogni giorno della sua vita, che deve essere orientata ad una comprensione sempre più grande. Tutti gli avvenimenti, piacevoli e spiacevoli della nostra vita, aprono una via che, con l’aiuto dello Spirito, rivela un senso. Ognuno di noi lo sperimenta: più rispondiamo alla chiamata del Signore nella nostra storia, più lo conosciamo. Il Vangelo è sempre lo stesso, ma noi lo comprendiamo meglio vivendo la nostra storia e la storia del mondo che ci circonda.
“Tutto quello che il Padre possiede è mio”. Non è che all’era di Gesù segue quella dello Spirito. Dove c’è Gesù c’è lo Spirito, perché lo Spirito del Padre è anche del Figlio, inviato da lui e suo compagno inseparabile. Lo Spirito Santo scende su di noi ed è in noi costantemente e, soprattutto nell’eucaristia, ci rinnova.
Quegli uomini di Galilea, che, dopo l’Ascensione, alzano lo sguardo al cielo sbalorditi perché non vedono più il Cristo, con l’aiuto dello Spirito capiranno la sua presenza perenne nel mondo. La festa della Pentecoste celebra l’opera dello Spirito Santo, che agisce costantemente nella Chiesa ed è il tramite fra Dio e l’uomo. È la festa della riunificazione di tutta l’umanità.

Pierantonio e Davide Furfori