
Soltanto il FilVilla riesce a portare a casa qualcosa di concreto
La Pontremolese interrompe l’imbattibilità in trasferta contro l’ultima in classifica. Ancora uno stop per il Serricciolo che rischia di rientrare nei ranghi. In Seconda, unico sussulto quello dei gialloneri ora nell’élite del torneo. Rallenta il Monzone che aveva la testa a portata di mano. Non brilla neppure il Monti che continua ad arrancare. Brutta prova anche per la Fivizzanese, mentre per Palleronese e Filattierese non sembrano più esserci medicine adatte. In Terza, tre pari e due sconfitte, tra cui la seconda consecutiva per il Mulazzo che sembra avere perduto lo smalto dell’avvio.

Non sappiamo se sia stata colpa del latino o del fatto che forse a suo tempo non siamo stati capaci di insegnarlo a modo, resta il fatto, però, che quanto di buono siamo riusciti a dire la scorsa settimana, il cuore pieno di belle speranze, è subito caduto in disuso e ora dobbiamo ripassare la lezione per cercare le parole giuste per non piangerci troppo addosso. Già! Perché i motivi, conti alla mano, ci sono davvero tutti. Intanto la Pontremolese da cui ci si aspettava un ritorno trionfale dalla trasferta con lo Staffoli, miserella cenerentola del torneo, quasi votata al sacrificio con la formazione in più grande spolvero del momento. Invece, comunque sia venuta, eccoti, servita su un piatto pieno solo di lacrime, una sconfitta di misura maturata a due minuti dalla fine, una specie di colpo gobbo pesante certo, ma che, nella sostanza, vale poco di meno del pareggio, tanto le cose cambiavano di poco. Così se ne è andato l’unico zero ancora in tabellino, così crolla la nomea di squadra da grandi imprese in trasferta, così si cancellano le ultime tre vittorie, venute tra l’altro in maniera ineccepibile e quindi strameritate. Allora? La sconfitta non può essere venuta solo per un caso, né si può dare la colpa al campo troppo piccolo. Ci deve essere sotto, per forza, qualcosa di anomalo che potrebbe andare dalla sufficienza con cui si è affrontato un avversario alla ricerca disperata di punti per uscire dal guano, fino, per diverse vie, all’autoconvinzione di avere ormai raggiunto quella qualità che nessuno avrebbe dovuto mettere in discussione. Nei fatti la squadra ci ha provato, ha rimestato alla meglio quello che sulla carta doveva venire spontaneamente, ma alla lunga ha subito alla grande la supremazia dell’ultima in classifica che forse meritava qualcosa di più di un gollazzo proprio allo scadere, mentre i nostri avrebbero rubato anche il punticino del pari. Quindi, direbbe Allegri, ben vengano le batoste, se sapranno essere salutari e permetteranno quel bagno di umiltà che dovrebbe essere lezione di tutti i giorni, anche di quelli pieni di vacche grasse, non dimentichi che la carestia è sempre dietro l’angolo e bisogna saperla affrontare. Vedremo la reazione domenica, quando, contro il Calenzano, metteremo in discussione il fatto di restare tra le elette o ripiombare nel limbo dell’anonimato, non dimenticando, come insegna la storia, che i campionati, da sempre, cominciano veramente all’undicesima giornata, quando le incertezze dell’avvio vanno trovando le soluzioni e farsi trovare impreparati potrebbe portare sorprese ben più grosse di quella di Staffoli. Lo sta capendo anche il Serricciolo che, appena assaporato il gusto della vetta, incamera due batoste consecutive e rischia nel breve di rientrare nei ranghi, con la certezza che i venti punti incamerati sono un bottino prezioso che può valere più di una delusione imprevista. Ora, però, se i ragazzi di Andreazzoli vogliono mettersi rapidamente al sicuro e poi giocarsi le carte che contano, già domenica avranno l’occasione per fare capire quale sia la verità vera, oppure se finora hanno scherzato. Noi stiamo a guardare.

Quasi assiomatico che la lezioncina di vita di cui dicevamo abbia trovato spazi ancora più ampi nel territorio della Seconda, dove le orecchie pronte ad ascoltare, ma senza capire, sono tante, e i fatti hanno dimostrato che neppure l’esperienza è in grado di ricordare eventi scritti da decenni. Così il Monzone dovrà leggersi dentro e domandarsi come sia stato possibile che il piccolo Fortis Camaiore si sia permesso di tenere sulle spine la seconda della classe fino a un pelo dal finale, quando sulla carta tutto doveva andare in una certa maniera ed ora invece si ringrazia il cielo per il punticino guadagnato e non rimpiange neppure la possibilità di essersi fatta sfuggire la vetta Così il Monti si chiede come sia possibile che il modesto Migliarino Vecchiano sia riuscito a strappare un punto quando tutto lasciava credere che i giochi fossero già fatti e la rincorsa alla zona calda un dato inoppugnabile. Come ha tremato in avvio il FilVilla che ha dovuto inseguire e soffrire non poco per chiudere i conti con un Lucca Centro che non è certo niente di più che una delle cenerentole del torneo, in un clima così elettrico che ha indotto il direttore di gara a sfoltire le fila degli atleti per tenere in riga una situazione che rischiava di degenerare. Certo, sono venuti i tre punti. La vetta è sempre più vicina. Ma, fu vera gloria? Lo vedremo a seguire perche, come vuole il teorema testé annunciato, altre protagoniste della prima ora stanno segnando il passo e probabilmente le vere interpreti della situazione sono ancora da trovare e noi speriamo che le nostre siano della partita. Difficilmente sarà nel giro la Fivizzanese che ha pagato dazio in casa della nuova capofila, quel Tirrenia che da anni ormai sa giocarsi un ruolo importante senza chiudere però con qualcosa di concreto. Va a finire che questa è proprio la sua annata. Per il resto, niente, proprio niente di nuovo sul fronte di Palleronese e Filattierese sempre più mestamente ultime della graduatoria, divise da un paio di punticini che potrebbero non servire a nulla continuando così le cose, visto che per giocarsi la carta play out sarà necessario contenere il distacco dalla possibile contendente entro i dieci punti e già adesso quel margine è prossimo a essere superato. Quindi, lancia in resta e mani sulla coscienza, non foss’altro che per dare un qualche significato a questa partecipazione che non può essere solo un fatto casuale, così tanto per esserci, ma deve per forza trovare altre motivazioni, cioè, tanto per darci dentro, qualcosa di concreto collegato a orgoglio e dignità, che saranno sì fatti morali, quindi invisibili, ma che dentro riescono a pesare, specie se ti guardi allo specchio. Ma, con argomenti ancora più incisivi, per difendere due palmares pieni di storie importanti, scritte con il sudore di tanti che per la loro maglia non si sono certo risparmiati e che mai hanno avuto la ventura di vedersi mortificare come sta succedendo quest’anno. Discorso che comincia a valere, con gli stessi toni anche per la Terza dove davvero non riusciamo più a fare un pasto buono, neanche grazie alla matricola Mulazzo che è incappata nella seconda sconfitta consecutiva e rischia a sua volta di scivolare nel consueto, miserando anonimato, dopo averci creato tante illusioni. In concreto, anche l’ultimo turno è stato veramente avaro perché non ci ha regalato neppure una vittoriuccia, ma solo tre modesti pareggi, tutti maturati in casa con avversari non impossibili che avrebbero dovuto concedere una qualche minima illusione di crescita, anche se le speranze per rientrare tra le elette si fanno sempre più remote. Poi, due sconfitte, ancora interne, d’un peso non quantificabile, Quella del Fosdinovo ad opera della nuova regina il Montagne e quella del Mulazzo ad opera di un Retignano che così è riuscito a attuare il sorpasso relegando i bancarellai ad un ruolo sempre meno significativo, a meno di un ritorno di orgoglio che non è raro sotto la torre di Dante, basta saperlo andare a cercare.
Luciano Bertocchi