Africa: un gigante che sembra camminare a ritroso tra enormi risorse

Dall’esperienza del missionario cappuccino in Centrafrica un’ analisi aggiornata dei problemi del continente

Le tragedie dell’Africa nera sono giunte alle porte di casa: guerre, colpi di stato, decadenza economica, carestie, servizi pubblici spesso quasi inesistenti. L’imponenza dei flussi migratori di rifugiati è un problema enorme. L’accoglienza, come cristiani, è doverosa, senza tralasciare discernimento e regolamentazione, tenendo conto che talora coloro che cercano di attraversare il Mediterraneo non sono i più bisognosi. Certo non potranno tentare una simile avventura, perché troppo poveri, i numerosi centrafricani che vivevano nei villaggi distrutti o incendiati da bande ribelli.

L’impegno della Chiesa

03Africa_Triani3In tale direzione soprattutto si volge l’intervento della Chiesa, nella convinzione che la salvezza integrale dell’uomo viene da Cristo. Nelle religioni animiste i vari spiriti e divinità sono visti come forze misteriose da cui difendersi, manca l’idea di Dio “alleato” che ama e desidera lo sviluppo totale della persona umana. È il Vangelo che insegna a valorizzare la dignità altrui. Giovanni Paolo II nella “Redemptoris Missio”(N 58 – 59) scrive: “Lo sviluppo di un popolo non deriva primariamente né dal denaro, né dagli aiuti materiali, né dalle strutture tecniche, bensì dalla formazione delle coscienze, dalla maturazione della mentalità e dei costumi. È l’uomo il protagonista dello sviluppo”. Il cristianesimo cambia la mentalità, la società: contribuisce a formare persone nuove per un mondo nuovo. La soluzione alle guerre ed alla miseria di molti paesi africani non consiste, insomma, nel dare loro solamente la nostra ricchezza e la nostra tecnologia, ma nel costruire insieme, noi e loro, una coscienza nuova. Gli agenti pastorali lavorano in prima linea nella promozione di opere concrete quali scuole, centri sanitari, microrealizzazioni, nella consapevolezza però, che il loro contributo più importante, a lungo termine, è l’annuncio del Vangelo. Gli strumenti da privilegiare per risolvere i problemi dell’Africa sono l’educazione, il desiderio di migliorare e la conversione: una via lunga e senza scorciatoie perché non si passa dalla preistoria al mondo moderno in pochi decenni. Segni di speranza non mancano: la Chiesa è in crescita così come la popolazione. Rilevante la pazienza della gente nel sopportare le asperità della vita. I tanti operatori di pace autoctoni che si impegnano, soffrendo senza rumore, invitano ad intravedere un avvenire migliore.

03Africa_TrianiMolti, governi ed enti internazionali ma anche associazioni e semplici cittadini, si chiedono: cosa fare per un aiuto? Risposta difficile perché si tratta di problemi complessi e manca una risposta univoca, la soluzione miracolo. Volendo schematizzare le cause d’involuzione di vasta parte del continente, possiamo parlare di fattori esterni ed interni, collegati tra loro. La colonizzazione dell’Africa, per certi aspetti, portava un contributo al progresso – strade, scuole, ospedali, lingue scritte -, però lo scopo primario del colonialismo non era educare i popoli a fare da soli, ma arricchire la madre patria.
La fine della colonizzazione “politica” del continente non ha fatto cessare l’influenza esterna: petrolio, minerali rari e preziosi, diamanti, immensi territori da adibire all’agricoltura rimangono sotto controllo di multinazionali e compagnie straniere, con la complicità di governi ed autorità locali. Per conservare i loro interessi economici le potenze occidentali sono disposte a mantenere regimi corrotti ed oppressivi: la politica estera varia secondo gli interessi del momento, vengono sottovalutate o ignorate guerre cruente, si resta indifferenti a massacri e crimini.
03Africa_Triani1D’altra parte i conflitti sono spesso il tradimento del “sole delle indipendenze” da parte dei responsabili politici africani, colpevoli di aver mancato alle attese ed aspirazioni profonde dei loro popoli che, grazie alla fine del colonialismo (negli anni ‘60), avevano sognato orizzonti di libertà, partecipazione, prosperità ed equità. Quanti dirigenti hanno dimenticato la propria gente per mettersi a servizio di interessi ed ambizioni personali o del proprio clan! Il potere è inteso come occasione per arricchire ed aiutare famiglia, villaggio ed etnia.
Così abbondano la corruzione, le revisioni costituzionali dirette dall’alto, volte a prolungare all’infinito i mandati presidenziali che divengono dittature di fatto. Il concetto di bene pubblico si sta formando, ma è normale che difetti in nazioni giovani, con i confini tracciati dalle potenze europee.
03Africa_Triani2L’abbassamento del tenore di vita e la mancanza di prospettive rappresentano gravi fattori di instabilità che espongono giovani disoccupati ad ogni tipo di strumentalizzazione, anche nelle forme più violente della lotta armata. Più che a guerre vere e proprie, spesso siamo di fronte a violenze ripetute ove gruppi armati (da chi?), minoritari, tengono in ostaggio ed opprimono gli abitanti indifesi di intere regioni.
Come aiutare, quale solidarietà con i fratelli africani? Di solito si pensa ad interventi dall’esterno, a contributi materiali. Negli anni Novanta era stata avanzata la proposta di una “tutela internazionale” per quei Paesi ove regna il caos e mancano stabilità e funzionamento dello stato. Si tratta però di ipotesi di emergenza difficilmente realizzabili.
Il Centrafrica è attualmente sotto tutela ONU, con la presenza di circa 13.000 caschi blu. Probabilmente, la loro presenza ha evitato il peggio, ma la loro efficacia nel risolvere i problemi suscita molti dubbi. Qualcuno ironicamente afferma trattarsi di una forza per il mantenimento della guerra piuttosto che della pace. Le bande armate controllano tuttora circa due terzi del territorio nazionale con azioni criminali di ogni genere. La situazione si è cronicizzata nel degrado.
A livello di opinione pubblica, stampa, dibattiti, si parla sempre e solo di problemi economici, rapina di risorse naturali e materie prime, rapporti commerciali ingiusti, debito estero, multinazionali e vendita di armi. La storia, i fattori culturali, religiosi ed educativi non vengono adeguatamente considerati.
Ora l’aiuto esterno (a volte armato) è necessario e doveroso, ma senza sostituire l’impegno, la responsabilità, le motivazioni interiori delle popolazioni interessate. Sono i valori umani a determinare il progresso di una nazione.

Padre Antonio Triani