Natale asciutto, Pasqua bagnata

Il detto meteorologico sulle due principali feste religiose dell’anno non suona esattamente così, ma per esigenze di spazio, si è voluto ‘personalizzare’ il titolo; il proverbio suona (è una delle espressioni, non l’unica) Natale al balcone, Pasqua al tizzone o anche Pasqua rustica.
Un Natale ‘al balcone’ rende l’idea di un clima mite, tanto da poter godere dell’aria aperta nonostante la stagione invernale in corso. Pasqua ‘al tizzone’ evoca invece un tempo invernale, da trascorrere al chiuso davanti al camino acceso.
Uno sguardo retrospettivo al Natale 2024 – ci si riferisce, ovviamente, non alle feste del medesimo anno solare, ma dello stesso anno liturgico, in linea con la stagione fredda che inizia a ottobre e termina adesso – fa riemergere la stabilità atmosferica che lo aveva connotato: tolto il 22, nuvoloso e interessato da poca pioggia, tutta la terza decade di dicembre era trascorsa al sereno, in alcuni giorni in compagnia della tramontana, benché più favonica che davvero fredda. Lievi gelate e brinate si erano posate nelle valli al termine delle notti più lunghe dell’anno, niente più di questo.
Il confronto con la fase centrale di aprile è, pertanto, spietato: nessun giorno di bel tempo, due di tempo passabile e graziato dalla pioggia, il resto tutto all’insegna di cieli cupi, bassi, stillanti solo pioviggine quando è andata bene e piogge moderate, ma persistenti, al transito delle perturbazioni più organizzate.
Molte le giornate senza il benché minimo cenno di un tentativo di schiarita. I pluviometri hanno sempre lavorato di buona lena, tranne sabato 19, vigilia della grande festa e unico giorno di tregua. Giovedì 17, invece, si è distinto sia per il freddo giunto nel corso del dì (temperatura più bassa in pieno pomeriggio che non in nottata) sia per la maggiore abbondanza delle precipitazioni, in buona parte della Lunigiana superiori ai 50 mm e persino ai 100 mm, e non solo in siti montani.
Alcune stazioni hanno raccolto, tra giovedì e la notte di venerdì, persino più di 200 mm, donde le frane che si sono mosse qua e là. La più consistente ha reso necessaria la chiusura della linea ferroviaria Aulla – Lucca per i necessari interventi nel tratto compreso fra Equi Terme e Monzone.
La pausa del Sabato Santo, secondo le previsioni, pareva potesse estendersi alla mattinata di Pasqua prima della ripresa della pioggia dalle ore pomeridiane. In realtà, già all’alba del 20, lo stillicidio piovigginoso è ripreso senza tanti complimenti e, dall’ora di pranzo fino a sera, la pioggia è scesa in compagnia di temperature non si dirà basse, ma certamente assai contenute rispetto al tepore del giorno avanti.
Il Lunedì dell’Angelo, superato il grigiore delle ore antimeridiane, il sole si è fatto pian piano coraggio nelle ore pomeridiane regalando il calore dei suoi raggi anche senza schiarite particolarmente ampie. La forte umidità dell’aria e l’assenza di vento hanno fatto il resto, dando una sensazione di temperatura maggiore di quella che, in realtà, stavano registrando i termometri.
In definitiva, il classico tempo inaffidabile, tipico della stagione primaverile e, di conseguenza del periodo pasquale: si ricorda che quest’ultimo, considerato dal giovedì santo fino al lunedì dell’angelo, può intercorrete nei 5 giorni compresi fra il 19 e il 23 marzo quando la Pasqua è molto bassa e dal 22 al 26 aprile quanto è molto alta.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni