Fine della “commedia” invernale

Il trapasso di stagione dalla invernale alla primaverile è avvenuto all’insegna di uno stato del cielo molto orientato, coperto o sereno, senza mezze misure.
L’inverno, spesso latitante nei suoi connotati tipici, si può dire che abbia vivacchiato come avvenuto in tanti degli anni più recenti. Umidità e piogge si sono protratte fino al 25-26 febbraio, concedendo finalmente il sole il 27, giovedì grasso, per poi chiudere il mese venerdì 28 con una giornata più fredda di pioggia a valle e neve ai monti.
Superato, quindi, il ritorno del cielo coperto sabato 1° marzo, nonché del rinforzo della tramontana, che ha soffiato gagliarda pure domenica 2, ecco che dallo stesso giorno 2 il cielo si è rasserenato completamente. Sia lunedì 3 che martedì 4, ultimo giorno di Carnevale, nessuna nube è comparsa su tutto l’orizzonte.
Aria secca, cielo azzurro e orizzonte nitido sono i benvenuti dopo il lungo periodo di condizioni atmosferiche perturbate o, nella migliore delle ipotesi, mediocri.
Il bimestre gennaio-febbraio ha visto ben 29 giorni di totale assenza dei raggi solari: il tempo, a modo suo, avrà voluto presentare il conto dei molti giorni sereni di dicembre.
Il bilancio del mese più corto e della stagione invernale nel suo complesso parte dall’esame dei dati di temperatura.
Le statistiche, in estrema sintesi, dicono che il febbraio 2025 si è piazzato all’ottavo posto nella classifica dei più miti prendendo a riferimento la serie storica di Pontremoli, mentre il trimestre invernale ha chiuso in quarta posizione, quindi ad un passo dal podio.
La temperatura media di febbraio (7,7°C) ha superato la norma 1991-2020 di 2,1°C; l’inverno 2024-25, media 7,0°C, è risultato un poco più freddo di quelli straordinariamente miti del 2006-07, 2023-24 e del 2013-14.
Ai primi posti, ormai, si trovano soprattutto singoli mesi, stagioni e annate post-2000 e i record di caldo/mitezza del XX secolo perdono continuamente posizioni in classifica giacché quasi solo i primati di freddo riescono a mantenere quelle conquistate decenni e talora più di un secolo fa.
Quanto alle precipitazioni, se dicembre si era contenuto e gennaio aveva esagerato, febbraio ha voluto tenersi vicino al totale mediamente atteso, benché distribuendole in 14 giorni (la norma è 9).
Altra considerazione riguarda la distribuzione spaziale degli apporti che, pur in un territorio limitato come quello della nostra provincia, si sono differenziati da zona a zona. In alta Lunigiana, gennaio si è rivelato molto più piovoso di febbraio, mentre nell’area centro-orientale del bacino del fiume Magra e in quella apuana del versante litoraneo i due mesi si sono avvicinati nei totali raccolti dai pluviometri.
A Pontremoli, dove febbraio ha dispensato 150,0 mm (contro i 401,2 mm di gennaio), la norma è stata superata di pochi mm, e a Villafranca (181,0 mm) il surplus è stato di circa 40 mm; a Gragnola, d’altro canto, i 216,2 mm caduti non sono distanti dal doppio del dato climatico, così come i 202,6 mm registrati a Massa. Queste ultime due stazioni, rappresentative della Lunigiana orientale e della zona di costa, hanno perciò visto apporti molto più simili fra loro nei primi due mesi dell’anno.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni