
Quando pare certo che nemmeno febbraio, ormai, potrà riuscire nella disperata impresa di salvare l’inverno, si hanno a disposizione tutti i dati di gennaio per offrirne una panoramica retrospettiva.
Del mese scorso, però, non si deve rivelare chissà quale novità: di settimana in settimana, qualcosa si è sempre raccontato. Eppure, arrivati alla resa dei conti, non ha mancato di sorprendere il piazzamento del mese centrale dell’inverno, quello che dovrebbe vedere il top del freddo, e che invece ha fallito proprio nel campo termico.
La mitezza della prima e, ancor più, della terza decade, avevano ipotecato la sua performance, ma l’afflusso d’aria fredda e asciutta, che non era mancato a metà mese, aveva illuso di poter evitare il peggio. Vana speranza: al momento di tirare le somme e calcolare le medie, il gennaio 2025 è riuscito a superare persino due ‘mostri’ di mitezza come quelli del 2007 e del 2014, riscrivendo la classifica e scacciando dal podio (cioè dalla terza posizione) quello dello scorso anno.
Con una temperatura media di ben 7,7°C, il gennaio 2025, con 2,7°C oltre la norma 1991-2020 (già di per sé mite rispetto a quelle dei trentenni precedenti), ha conquistato la posizione sovrana e stabilendo un nuovo primato pure nella media delle temperature minime (4,7°C, con uno scarto giunto a 3,9°C in surplus rispetto ai canoni citati); nella media delle temperature massime, invece, si è accontentato di godersi la sesta posizione lasciando il record al gennaio 2024.
Durante il mese, la temperatura, è scesa sotto zero solo tre mattine. Non si sono viste massime diurne singolarmente elevate, ma neppure mai inferiori ai 7°C. Pur essendosi concesso dieci giorni di pausa, d’altro canto, le precipitazioni si sono sfogate a riempire i pluviometri nella parte iniziale e finale del mese.
Sedici i giorni interessati da pioggia, venti in tutto contando anche gli apporti inferiori a 1 mm. Il totale è di tutto rispetto: 401,2 mm, vale a dire due volte e mezza il normale apporto di gennaio stabilito mediando oltre cento anni di misure. A Pontremoli, si è trattato del settimo gennaio più piovoso dal 1878.
Il primato di piovosità resta al gennaio 2014 (già citato come terzo più mite), con i suoi strabilianti 648,2 mm. Al secondo posto, segue il gennaio 1977 con 525 mm e al terzo quello del 1936 con 479,6 mm. Prima di approdare alla quota del nostro 2025, si passa attraverso i 437,8 mm del gennaio 1970, i 423,3 mm del gennaio 1948 e i 406,6 del 1979: tutti più o meno allergici a grandi freddi, eccetto quello del 1979, che si distinse per una acuta ondata di gelo nella prima decade, proseguita un poco meno intensa nella seconda. La piovosità del gennaio 2025, infine, si fa notare per la sua distribuzione nel ristretto ambito lunigianese e provinciale.
Gli episodi perturbati, infatti, hanno seguito sempre le medesime ‘rotte’, dispensando precipitazioni più copiose nell’alta Lunigiana: 401,2 mm a Pontremoli-Verdeno, 394,0 a Villafranca-Ghiaione, 174,2 a Gragnola e 158,2 mm a Massa. Nella Lunigiana centro-orientale e nell’area costiera, l’eccesso si è contenuto sui 30-50 mm, diversamente dai totali più che doppi rispetto alla norma registrati altrove.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni