
Successo per l’incontro dell’Azione Cattolica con il giornalista Carlo Cefaloni
Si è svolto venerdì 14 febbraio l’incontro organizzato da Azione Cattolica diocesana (Settore Adulti e Settore Giovani) Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace, tavola rotonda fra giovani e adulti per riflettere sul messaggio del Papa per la Giornata mondiale della Pace.
L’incontro, molto partecipato, si è tenuto nell’oratorio “Beato Carlo Acutis” della parrocchia del Corpus Domini-Villette e ha visto l’intervento di Carlo Cefaloni, redattore di “Città Nuova” che si occupa di politica, economia e lavoro. Inoltre coordina il gruppo di lavoro “Economia Disarmata” promosso dal Movimento dei Focolari in Italia.
L’intervento di Cefaloni ha dato davvero molti spunti di riflessione sul tema della costruzione della pace. Riflessione che non può prescindere dal contesto storico-economico in cui viviamo, caratterizzato da un capitalismo che da una parte mette in atto azioni di costruzione di armi, sfruttamento e depredamento di uomini e territori, e dall’altra si propone ipocritamente come realtà filantropica, politicamente corretta, ecologista ed altruista. Un momento storico che vede una società sempre più impaurita e manipolata da chi grida all’invasione dei migranti e propugna insistentemente sistemi capillari di difesa, volendo esplicitamente trasformare la nostra economia in assetto di guerra.
Si può fermare questa corsa verso l’abisso della guerra totale?
Cefaloni ha ricordato la figura di Giorgio La Pira e il suo impegno costante e personale nel fare azioni concrete di pace, andando a parlare con le parti contendenti per cercare punti di incontro e soluzioni per porre fine alle azioni belliche in diverse parti del mondo; ha ricordato le figure di don Lorenzo Milani, di don Primo Mazzolari: sacerdoti che senza timore hanno detto a chiare lettere che il cristiano non può rimanere in bilico, ma deve prendere una precisa posizione riguardo alla guerra e alla giustizia, e che questa posizione non può essere altro che il messaggio evangelico.
Nel mondo cattolico vivono ancora atteggiamenti contraddittori e vòlti alla difesa anziché alla ricerca della giustizia, anche se è vero che siamo immersi tutti nell’idea assurda che solo armandosi sempre di più riusciremo a vivere in pace.
Di questa dinamica ha parlato anche Papa Francesco citando Thomas Merton, uno scrittore e monaco trappista statunitense, che ha teorizzato il paradigma dell’èra post-cristiana, cioè il momento in cui noi cristiani, pur professando formalmente la nostra fede, in fondo affidiamo la nostra salvezza ad una bomba nucleare. Una salvezza falsa, che in realtà non esiste, e che diventa una sorta di idolo da adorare.
È qui che si inserisce il messaggio di Papa Francesco per la Giornata della Pace 2025 ricordando le parole di papa Giovanni XXIII “la vera pace potrà nascere solo da un cuore disarmato dall’ansia della paura e della guerra” (cit. Pacem in terris). La pace è un percorso, ed è proprio nel messaggio del Papa per la Giornata mondiale che questa parola si è rivelata in tutte le sue sfaccettature prendendo per mano l’altra parola chiave che è la speranza, tema portante di questo Giubileo.
Papa Francesco ci vuole indicare anche degli obiettivi concreti: l’annullamento del debito estero, il peso del debito ecologico, l’eliminazione della pena di morte, la costituzione di un Fondo mondiale, finanziato da una percentuale della spesa destinata agli armamenti, che elimini la fame e promuova lo sviluppo sostenibile nei paesi più poveri.
Il disarmo del cuore è un gesto che coinvolge tutti, dai primi agli ultimi, dai piccoli ai grandi, dai ricchi ai poveri. A volte basta qualcosa di semplice come un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito.
Chiara Pieroni