Dalla voce di Demon il dramma attuale delle dipendenze negli Usa

Un David Copperfield che assomiglia un po’ al giovane Holden e che invece di vivere nell’Inghilterra vittoriana, cresce negli Appalachi, il sud rurale della Virginia, ai giorni nostri e nel bel mezzo della cosiddetta “crisi degli oppiodi”, il dramma nell’abuso di farmaci oppioidi che negli Usa sta causando un numero allarmante di morti per overdose.
Tutto questo e molto altro sono le oltre 650 pagine di “Demon Cooperhead” di Barbara Kingslover (Neri Pozza, 2023): la storia avvincente dei primi 20 anni di vita di un bambino, Demon, che viene al mondo sul pavimento di una casa mobile sperduta nella Lee County, Appalachi meridionali, da una giovane mamma diciottenne, circondata da una bottiglia di gin, anfetamine e oppiodi.
“Prima di tutto sono nato. C’era una discreta folla ad assistere all’evento e questo è tutto quello che hanno fatto: il grosso del lavoro è toccato a me” è il secco incipit che subito rimanda al classico di Dickens.
Come David Copperfield, da lì a seguire anche la narrazione di Demon sarà in prima persona, anche lui è già orfano di padre quando nasce, avrà una madre debole e un patrigno indifferente, alla morte della madre verrà affidato ai servizi sociali.
Passando con sarcasmo per lavoro minorile, varie agghiaccianti famiglie affidatarie e un sistema scolastico fatiscente, arriverà a provare l’ebbrezza della “popolarità” e del successo sportivo nella squadra di football della scuola per poi, in un continuo susseguirsi di alti e bassi, cadere nella dipendenza.
Ed è proprio la dipendenza e l’epidemia da oppiodi senza precedenti che ha colpito e sta colpendo in particolare le zone rurali degli Stati Uniti che Barbara Kingslover sembra voler raccontare, attraverso la voce e le esperienze del protagonista.
OxYContin, Fentanyl e una serie di antidolorifici derivati dall’oppio vengono lanciati e prescritti dalla fine degli anni 90, moltissimi americani cominciano ad abusarne, assumendone dosi superiori alle prescrizione ed ingerendone una ogniqualvolta riaffiorasse il dolore. In Virginia, la patria dei cosiddetti hillbillies, i campagnoli irrisi da tutti gli Stati Uniti, l’epidemia ha colpito e colpisce più duramente che altrove nella più totale indifferenza delle autorità sanitarie e del governo.
“II pezzetto marcio della torta americana – si definisce Demon – che tutti avrebbero voluto semplicemente far sparire”. Non solo: Kingslover descrive la povertà contemporanea nella profonda provincia Usa e in particolare negli Appalachi (dove vive) un’area sfruttata dall’economia estrattiva del carbone e poi dalle coltivazioni tossiche del tabacco, dove il 40% dei bambini viene cresciuto da qualcun altro, perché i loro genitori sono morti, in prigione o troppo inabili a causa della dipendenza.
Demon Copperhead è dunque il racconto amaro di una generazione perduta, attraverso la voce di un ragazzo in cerca di un riscatto. Un riscatto perennemente in bilico, in una provincia profonda in cui il sogno americano sembra molto lontano.

Chiara Filippi