Un episodio di marginalità che interroga tutta la Lunigiana
Un mese fa ad Aulla la tragica morte di Ramzi Abdelmajid
L'intervento dei Carabinieri nei pressi del luogo dove è avvenuto l'omicidio di Ramzi Abdelmajid ad Aulla
L’intervento dei Carabinieri nei pressi del luogo dove è avvenuto l’omicidio di Ramzi Abdelmajid ad Aulla

è passato quasi un mese da quando, lo scorso 14 dicembre, in un edificio abbandonato nell’area dei Surrogati ad Aulla è stato rinvenuto il corpo senza vita di Ramzi Abdelmajid, 52 anni, senza fissa dimora, ucciso nel corso di una lite con un altro occupante dello stabile. Le luci della cronaca nera accese sul caso sono state rapidamente spente quando gli inquirenti hanno fermato un trentenne immigrato che abitualmente dimorava nello stabile, che si sapeva essere un rifugio per senza tetto. Da quel momento la morte dell’uomo è caduta nel silenzio.

Il silenzio della politica e dell’associazionismo rotto solo da un comunicato dell’Arci.
Panorama di Aulla
Panorama di Aulla

Ad Aulla e in Lunigiana le reazioni al tragico fatto sono state quasi inesistenti. Unica eccezione, il comunicato pubblicato da Arci Agogo, che nelle ore successive all’omicidio parlava esplicitamente di un episodio frutto di marginalità ed esclusione che «non risparmiano certo la Lunigiana» e di Aulla che «deve fare i conti con una pesante disgregazione sociale».

Una denuncia, quella del circolo aullese, lasciata senza risposte nelle settimane successive. Nessuna presa di posizione di partiti, associazioni, “influencer” locali che spopolano sui social. Perché l’oblio e il silenzio sono velocemente calati su questo doloroso caso? Al di là del minuto di silenzio e del cordoglio manifestato nell’ultima seduta del consiglio comunale aullese, perché nessuna realtà politica o associativa in Lunigiana ha detto la sua? La marginalità, la vita e la morte delle persone, soprattutto delle più fragili, non sono un tema politico? O si preferisce renderle invisibili?

Un episodio maturato in un contesto di esclusione sociale che riguarda l’intero territorio

Un secondo aspetto della triste vicenda riguarda Aulla, nel corso degli ultimi anni spesso protagonista delle cronache per episodi di risse, piccola criminalità, arresti per spaccio, che hanno contribuito a dipingere il quadro di una realtà complicata, conseguenza della crisi che ha colpito la cittadina successivamente all’alluvione dell’ottobre 2011. Una crisi non solo dei commerci, ma anche legata ad un tessuto urbano che nei decenni scorsi è cresciuto a dismisura e senza troppe attenzioni alla costruzione di una dimensione comunitaria, che si è trovato improvvisamente orfano di un cinema, della Sala Polifunzionale, del vecchio scalo ferroviario, con aree soggette a degrado o altre abbandonate che attendono la realizzazione di progetti di rigenerazione, alcuni finalmente in corso.

La chiesa di San Caprasio ad Aulla
La chiesa di San Caprasio ad Aulla

Un maggiore controllo del territorio, anche con l’installazione di telecamere (le ultime delle quali sono state messe in funzione alcune giorni fa), ha cercato di dare risposte immediate sul piano dell’ordine pubblico e del presidio del centro urbano. Sul piano della socialità si è assistito negli ultimi anni ad una ripresa che ha fatto seguito a periodi di minor vitalità. Nel centro aullese operano, oltre al già citato Arci Agogo, una vivace realtà in campo artistico, sociale e culturale, realtà significative come gli Amici di San Caprasio, attiva nel campo culturale e dell’accoglienza, con l’ostello sulla Via Francigena o come la Pro Loco, che si è rilanciata con diverse iniziative interessanti, a partire dal Premio Centurione.

A queste si affiancano altri sodalizi, come l’associazione il Dialogo, l’Università delle Tre Età, la Biblioteca “Salucci”, mentre diversi eventi trovano ospitalità presso la Sala delle Muse da pochi anni realizzata all’interno del Palazzo Centurione. Da quasi un anno, inoltre, il Centro Vicariale Caritas ha aperto un dormitorio per senza fissa dimora e l’offerta sportiva per i giovani si è arricchita con la riattivazione della piscina di Quercia e i corsi di minibasket.

Un quadro, quello descritto anche con il confronto con alcuni e alcune aullesi attivi in campo educativo, sociale e culturale, che restituisce l’immagine di una cittadina non qualificabile con lo slogan popolare in Rete di “Aulla il nulla” o come la capitale lunigianese della marginalità e del degrado. Il contesto sociale in cui è avvenuto l’omicidio di Ramzi Abdelmajid, in conclusione, non è una specificità aullese: una tragedia simile poteva accadere ovunque. Sacche di emarginazione e degrado legate in special modo, ma non solo, a frange delle comunità immigrate, sono in tutta la Lunigiana. Su queste colonne, per esempio, ne scrivemmo lo scorso settembre in relazione a un tentativo di sgombero avvenuto nel rione di San Pietro a Pontremoli. Il non parlare delle criticità sociali o il pensare di confinarle solo ad alcune aree non risolve i problemi: li nasconde fino a quando riemergeranno nuovamente nella loro tragicità. (d.t.)