Rime e racconti di Maria Rosa Di Giorgio tra l’Uruguay e Lusana di Bagnone

Scrittrice e poetessa tra le più importanti della letteratura latinoamericana, era nata a Salto nel 1932, figlia di Pietro, emigrato nel 1913 dal Bagnonese per il Sudamerica. Scomparsa nel 2004, a lei è dedicata una sala nel museo “Horacio Quiroga”

La chiesa della Madonna del Carmine a Salto in una foto della fine degli anni Venti

Si sa che la Lunigiana, fino a pochi anni fa, è stata terra di emigrazione, tant’è che in tutte le parti del mondo è facile trovare colonie lunigianesi, ma c’è una città nell’America meridionale che potrebbe essere definita “la piccola Lunigiana” dove i lunigianesi d’origine formano una comunità nutrita e coesa che ha in mano le redini dell’economia e dell’amministrazione della città stessa.
Si tratta di Salto, in Uruguay, che è la seconda città per importanza dopo la capitale Montevideo. La studiosa e ricercatrice Carolina Dibueno Fenocchi (con nonno di Grondola) in una sua pubblicazione del 1999 “Sulle tracce dei toscani in Uruguay”, pubblicata a cura della Comunità Montana della Lunigiana, aveva citato molte famiglie lunigianesi residenti a Salto, come i Menoni (forse la più numerosa e conosciuta da cui vengono la cineasta Alicia Cano Menoni e lo scrittore Jorge Menoni), i Medici, i Forzani, i Malatesta, i Malachina (che hanno dato alla città un popolare sindaco e senatore) gli Ugolini e altri.
Carolina Dibueno non ha menzionato una famiglia forse più piccola, ma di cui ha fatto parte una importante personalità della letteratura Latinoamericana. Si tratta della famiglia Di Giorgio, originaria di Lusana di Bagnone una cui componente, Maria Rosa Di Giorgio, detta “Marosa” è stata scrittrice e poetessa, ancora poco conosciuta in Europa, ma molto nota in tutta l’America Latina e che oggi, a vent’anni dalla scomparsa, comincia ad essere studiata anche nelle università italiane.

Maria Rosa “Marosa” Di Giorgio (foto Magdalena Gutierrez)

Nelle ricerche condotte con l’aiuto di Massimiliano Mazzei e del figlio Alessandro, è emerso che Pietro Di Giorgio, nato nel 1897 a Lusana, emigrò insieme al padre Domenico, in Sud America nel 1913, proprio a Salto dove iniziò a lavorare per Eugenio Medici là emigrato nel 1884, commerciante, grosso proprietario terriero e produttore ortofrutticolo.
Originario anche lui della Lunigiana (diceva di venire da un paesello del circondario di Pontremoli, ma questo cognome sembrerebbe tuttora esistente piuttosto nel bagnonese) era una delle personalità più influenti della comunità italiana della città di Salto di quel periodo (fu per anni presidente della Unione italiana di Mutuo Soccorso e membro di altre associazioni locali).
Eugenio Medici aveva tre figlie e una di queste, Clementina, andò presto sposa a Pietro Di Giorgio; dall’unione nacquero due figlie Maria Rosa, per tutti “Marosa”(nel 1932) e Nidia (nel 1937). Le ragazze ebbero una buona educazione scolastica, frequentarono il liceo e Marosa finì per essere assunta come impiegata nell’ufficio comunale di Stato Civile della città di Salto e poi trasferita a quello della capitale Montevideo, coltivando nel tempo libero l’interesse per la poesia e il teatro.
La sua prima raccolta poetica “Poemas” fu pubblicata nel 1954, seguirono “Humo” (1955), “Druida” (1959) e una ventina di altri titoli raccolti poi in un volume dal titolo “Los Papeles Salvajes” pubblicato postumo.
Fu autrice anche di racconti e romanzi come “Regina Amelia”. Le sue ultime raccolte poetiche “La falena” (1987) dove è ricordata la figura del padre, “Membrillo de Lusana”del 1991, (che porta il sottotitolo “Lusana, villaggio italiano e mia origine”), “Diamelas a Clementina Medici” del 2000, dedicato alla madre appena scomparsa e “Pasajes de un memorial al abuelo toscano Eugenio Medici” del 2004 dedicata al nonno materno, sono piene di ricordi familiari e di immagini della Lunigiana come raccontate dai genitori e dal nonno, che escono da quel sottofondo fantastico e surreale, che è caratteristico della sua poesia.
Dopo lunga malattia, Marosa Di Giorgio è deceduta il 17 agosto 2004 a Montevideo; è sepolta nel settore italiano del cimitero di Salto vicino ai genitori e ai nonni. Per i suoi meriti letterari e la sua popolarità in tutto il Sudamerica, la città di Salto le ha dedicato una via e una sala nel locale museo “Horacio Quiroga” in cui sono esposti manoscritti e oggetti personali.
Anche la stessa capitale Montevideo le ha dedicato una piazza. Le traduzioni in italiano dei suoi scritti al momento sono molto poche e pressoché introvabili, ma un certo interesse si sta muovendo in Italia all’Università di Salerno e a quella di Padova. Il futuro ci riserverà senz’altro ulteriori studi e traduzioni.

Pier Luigi Simonini