Quella devozione antica a San Sebastiano

Pretoriano romano del III secolo, cristiano fin dalla nascita, fu martirizzato sotto Diocleziano. In diocesi è titolare di parrocchie a Massa e a Giucano di Fosdinovo

Due parrocchie nella Diocesi di Massa Carrara- Pontremoli portano il nome del giovane santo milanese Sebastiano: la parrocchia dei Santi Fabiano e Sebastiano a Giucano, frazione di Fosdinovo, e la parrocchia di San Sebastiano a Massa. Presso Giucano, Sebastiano condivide dunque l’intitolazione della chiesa parrocchiale con il papa e martire Fabiano, in quanto un tempo erano unitariamente festeggiati il 20 gennaio, mentre con la riforma del calendario liturgico attuata in seguito al Concilio Vaticano II per mandato della Costituzione “Sacrosanctum Concilium” al 20 gennaio vengono proposte, separatamente, le memorie facoltative dell’uno o dell’altro santo.
La chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano di Giucano fu costruita nel 1636, come si legge nella data riportata sul portale d’ingresso. Nel 1869 venne ristrutturato il presbiterio ed un’iscrizione, leggibile sotto la mensola del presbiterio che sostiene l’edicola lignea con la bifora neogotica, dichiara che proprio in tale anno furono trasferite dalla vecchia chiesa, detta del Monte, le due statue quattrocentesche dei Santi Fabiano e Sebastiano.

La chiesa parrocchiale a Giucano di Fosdinovo

Detto oratorio, sito nel cimitero fuori dal paese, è popolarmente conosciuto come Santa Burlanda. Quest’ultimo non è il nome di una cristiana di altri tempi ascesa agli onori degli altari, bensì un toponimo locale che la vulgata ha abbinato al nome dell’edificio sacro di origine medioevale. Ormai ridotto a rudere, l’Oratorio della Burlanda è stato oggetto di restauro negli ultimi mesi, lavoro avviato essendo parroco don Emanuele Borserini, e viene inaugurato il 20 gennaio prossimo.
L’attuale chiesa parrocchiale di San Sebastiano nel centro di Massa, affonda le sue radici in un edificio precedente, andato distrutto a seguito dell’incursione area alleata nella seconda guerra mondiale. In seguito la città di Massa decise, grazie all’intercessione del pontefice Pio XII ed all’impegno dell’allora vescovo Carlo Boiardi, di riedificare, non esattamente nello stesso sito ma in un’area limitrofa, una nuova e più ampia chiesa, incaricando del progetto l’architetto romano Gaetano Rapisardi.
Tra la fine degli anni Cinquanta e gli esordi degli anni Sessanta vengono redatte le prime ipotesi; i lavori iniziano ufficialmente il 7 aprile del 1963 con la benedizione della prima pietra da parte del vescovo ma subiscono un primo arresto poco dopo a seguito di problemi burocratici e finanziari; vengono nuovamente ripresi nel 1967, questa volta ad opera della ditta Vittorio Pucci, e la chiesa è finalmente inaugurata due anni dopo.

Particolare della facciata della chiesa di San Sebastiano a Massa (da Wikipedia)

Le opere di decorazione all’interno vengono realizzate successivamente: il monumento al vescovo Boiardi nel 1972, il ciclo di affreschi nel 1978 sono del pittore Dino Cellini interrotti per quanto riguarda la navata destra a causa della morte dell’artista.
Notevole, anche quanto alle dimensioni, l’affresco completato dallo stesso dietro l’altar maggiore; le pitture della navata destra sono state completate fra il 2004 e il 2008 dal pittore Vanni Samuele, di scuola Annigoniana, che completa il ciclo eseguendo quattro affreschi con la tecnica classica rinascimentale. L’ultimo affresco della parete destra è stato realizzato dal pittore Tiziano Triani.
Il ciclo del Cellini è particolarmente interessante anche tecnicamente, poiché, data appunto la sua incompiuezza, è possibile vedervi le varie fasi della realizzazione di un affresco, (secondo la tecnica classica del Cennini), l’altare maggiore nel 1981, il ciborio nel 1982 e i due altari minori poco dopo.
Negli anni Novanta viene inoltre realizzata una piccola cappella laterale ricavata in quelli che erano i locali della sacrestia. Questa importante parrocchia cittadina è ora oggetto di una rivoluzione pastorale insieme alla vicina parrocchia di San Pio X, con la quale condividerà i nuovi coparroci don Maurizio Manganelli e don Alessio Bertocchi, il primo dei quali con il ruolo di moderatore.

Don Fabio Arduino