
Domenica 19 gennaio – II del Tempo Ordinario
(Is 62,1-5; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11)
Prima di iniziare la lettura continua del vangelo secondo Luca, la liturgia insiste sulle manifestazioni di Gesù prese dal vangelo secondo Giovanni. Quella presentata oggi è avvenuta a Cana, dove Gesù “manifestò la sua gloria”.
1. Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea. È un segno particolare che queste nozze di villaggio avvengano all’inizio del ministero di Gesù. Anche se gli ospiti del momento ignorano ancora che il Figlio di Dio si è seduto alla loro mensa, egli però è il vero sposo.
Nei vangeli Gesù è presentato come lo sposo e Giovanni Battista come l’amico dello sposo: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare” (Mc 2,19); “Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio” (Mt 22,2); “Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo esulta di gioia alla voce dello sposo” (Gv 3,29).
Nel libro dell’Apocalisse si parla anche della sposa, mai nominata nei vangeli: “Sono giunte le nozze dell’Agnello; la sua sposa è pronta”, e: “Vidi la città santa, pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap 19,7; 21,2).
2. Non hanno vino. La mancanza di vino di per sé non è un grosso problema, perché il vino non è essenziale come l’acqua. Eppure in quella circostanza la mancanza del vino doveva essere una cosa tanto grave da far preoccupare Maria SS.ma e da costringere Gesù a fare un miracolo.
In realtà la mancanza di vino non è stato un errore di calcolo o una sete esagerata dei commensali, ma una predisposizione della Provvidenza. Il vino, frutto della vite e dell’intelligenza operosa dell’uomo, è per eccellenza la bevanda che indica la gioia delle nozze, e quindi non poteva mancare.
Inoltre il vino migliore è il segno del Regno di Dio che viene, come dice Gesù stesso: “Non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel Regno di Dio” (Mc 14,25). All’insaputa di colui che dirige il banchetto, Gesù “ha tenuto da parte il vino buono” fino al momento opportuno, fino alla sua manifestazione.
3. Qualunque cosa vi dica, fatela. Queste sono le ultime parole di Maria scritte nei vangeli. Poi si ritira in silenzio, e silenziosa è la sua presenza sotto la croce come nel giorno di Pentecoste. Maria dona Gesù al mondo, lo presenta ai pastori, ai Magi, ai servitori e ai discepoli a Cana di Galilea.
Questo è stato il suo compito, allora e sempre nei secoli, perché Maria rimanda sempre a Gesù.
La iconografia cattolica coglie benissimo il valore di questa sua missione quando nelle nostre chiese, al centro dell’abside dietro l’altare, rappresenta in pittura o scultura Maria nell’atto di porgere Gesù Bambino alla comunità dei fedeli o dei religiosi, indicata dai santi patroni. Poi le cose sono cambiate in cerca di altri significati non altrettanto carichi di teologia. Così vanno le cose.
† Alberto