Forti emozioni per la celebrazione del Presepe Vivente a Borgo del Ponte

Si è conclusa in Cattedrale a Massa l’edizione 2024. Il Vescovo: “avete dato vita a quello che realmente accaduto”

“Non avete fatto teatro, ma avete dato vita a quello che è realmente accaduto”: queste le parole del vescovo, fra’ Mario, durante la celebrazione finale del Presepe vivente interattivo, conclusosi nella sera dell’Epifania, in Cattedrale a Massa.
Parole che il Vescovo ha pronunciato dopo un lungo silenzio, visibilmente commosso, perché́ la sua preghiera é̀ arrivata dopo le preghiere dei gruppi di figuranti. La sua frase ha colto nel segno, perché́, sebbene le parti dialogate di questo presepe unico, siano frutto di recitazione, in ogni dialogo, in ogni interazione con il visitatore c’è̀ stato molto cuore, c’è̀ stata molta anima c’è̀ stato molto vissuto reale.
Molti i presenti, non solo figuranti e servizio d’ordine del presepe stesso, ma anche fedeli, che hanno partecipato in un raccoglimento commovente a questo momento celebrativo finale, che è il terzo di tutto quanto il periodo del Presepe. Il primo momento è̀ stato infatti a settembre, nell’occasione del primo incontro con le persone che si sono rese disponibili a far vivere, anche nel 2024, quello che accadde a Betlemme nell’anno zero.
Il secondo momento di preghiera a pochi giorni dal Natale stesso, primo giorno del presepe, quando in San Sebastiano, i figuranti si sono ritrovati tutti insieme, dopo i due mesi e mezzo di preparazione nei singoli gruppi.

L’ambientazione del Presepe Vivente a Massa (foto di Simone Mancini)

La celebrazione finale è̀ quella più̀ toccante, perché vede il popolo riunito nella lode al Dio della Salvezza. Tutti quelli che hanno fatto rivivere case, locande, campagne di Betlemme e di Gerusalemme, si sono incamminati verso la Cattedrale, in un corteo che si è̀ snodato per le vie della città.
Tra flash di foto e occhi curiosi che si fermavano, i figuranti hanno cantato come ad un’unica voce, fino ad arrivare alla scalinata del Duomo illuminato, dove tutto il corteo è̀ entrato, e dove ogni gruppo ha non solo espresso una preghiera sua, ma anche fatto un gesto simbolico.
I pastori si sono stesi ai piedi della Sacra Famiglia, e gli artigiani hanno lasciato telai e cesti; emarginati hanno lasciato una lanterna accesa e mentre le popolari si sono tolte il vino; i sacerdoti del tempio si sono spogliati della mitra e i romani hanno deposto le spade.
Poi il gruppo dei personaggi biblici, i mercanti, i bambini; ma anche il gruppo della segreteria, della comunicazione, delle persone che hanno custodito gli abiti, così̀ come tutto il servizio d’ordine, che ha garantito la sicurezza in giornate impegnative e affollate. Sui volti di molti sono scese lacrime, di gioia e commozione, comprensibili per chi ha ascoltato le preghiere di ogni singolo gruppo.
Anche il Vescovo, dopo la preghiera, ha fatto il suo gesto: quando tutti ci siamo inchinati di fronte a Gesù bambino, ha rinunciato al cuscino rosso, e, come ogni persona presente, a ginocchia nude, si è̀ piegato di fronte al Re della storia. Veramente. In questi giorni di presepe, e anche durante la celebrazione, abbiamo toccato con mano che la speranza è viva e che siamo noi chiamati a farla vivere.

Laura Zaccagna