
Lunedì 6 gennaio – Epifania del Signore
(Is 60,1-6; Ef 3,2-3.5-6; Mt 2,1-12)
La festa dell’Epifania ci offre un modello di percorso di fede. I Magi vedono un astro nel suo sorgere e si mettono in cammino: forse lo attendevano, o forse volevano togliersi una curiosità. Comunque sia, con gli occhi fissi al cielo seguono il suo percorso e arrivano a destinazione, non in una reggia come pensavano, ma nella casa di gente comune.
1. Videro il bambino con Maria sua madre. Trovano un bambino e gli offrono oro, incenso e mirra: l’oro annunzia il re, l’incenso proclama il Dio, la mirra è presagio di tomba. I Magi sono i primi di una lunga serie di persone che si mettono in cammino alla ricerca di Gesù.
L’astro divino, la Luce che non avrà mai fine, brilla per tutti e per sempre; per tutti si leva un segno nel cielo, per tutti risplende la sua gloria eterna, una stella più brillante del sole, una luce che sorpassa ogni splendore e che porta con sé l’annunzio di una grande gioia: Dio discende sulla terra e si presenta all’adorazione nel corpo di un bambino. Egli ha sfondato le tenebre e le tenebre non possono oscurarlo. Come ci è stato detto nel giorno di Natale: “La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5), perché “Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione” (Col 1,15).

2. Si prostrarono e lo adorarono. A Dio non si arriva con i libri, ma con un atto di attenzione alla realtà umana, fatto con profonda umiltà. Solo così apriamo gli occhi sulla presenza di Dio nella storia e ci avviamo ad un incontro personale con lui.
Come dice l’enciclica dei due papi Lumen Fidei: “La fede nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita. Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi, sperimentiamo che si apre a noi lo sguardo del futuro. La fede, che riceviamo da Dio come dono soprannaturale, appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammino nel tempo” (LF 4).
3. Per un’altra strada. Per incontrare Dio, per trovare la fede, bisogna uscire dal proprio piccolo mondo e mettersi in cammino anche se la strada ci è sconosciuta. Questa strada non è unica, non si trova una volta sola, diventa nuova a ogni curva della vita.
Si comincia con la ricerca, ci si mette in discussione non per fare la conta dei propri peccati, ma per guardare lontano oltre l’orizzonte, poi si parte percorrendo le strade che il Signore apre davanti a noi.
Fino a quando ci arrovelliamo nelle nostre idee e nel rimpianto delle nostre tradizioni, fino a quando abbiamo paura della novità e preferiamo dialogare con il passato anziché aprire gli occhi sul presente, troveremo solo rammarico e rimpianti, ma non arriveremo ad avere la gioia di affrontare con coraggio la nostra esistenza. † Alberto