
La settimana si è distinta, questa volta, per il risveglio del vento in grande stile; con il continuo mutare dello stato del cielo e della massa d’aria, anche l’atmosfera si è agitata: un incalzante alternarsi di vento marino e di maestrale, di cielo coperto e sereno, di umidità alle stelle e di aria secca nel giro di poche ore.
La cronaca parte dal 19, giorno pressoché grigio – ad eccezione di rare e brevi occhiate di sole – con piovaschi intermittenti e fresca ventilazione di libeccio. Il vento marino si è fatto più intenso nella notte per poi placarsi al mattino del 20; le schiarite del primo pomeriggio sono state accompagnate dall’irruzione del vento maestrale, da NW, riconoscibile perché, rispetto alla tramontana, è più secco, parimenti impetuoso, ma di minore durata, così come più effimere sono le ampie schiarite che reca con sé.
Detto fatto, trascorsa al freddo e al gelo ‘sotto un manto di stelle’ la nottata del 21, quieta dopo la pungente sferza delle raffiche del giorno precedente, fin dall’ora di pranzo il cielo ha rimesso il broncio.
Alle 14,30 cadeva già la prima pioggerella, unita al freddo stagnante di nuovo umido. La ventilazione marina si è intensificata di molto entro sera, l’aria è divenuta più mite e la pioggia è scesa abbastanza forte a tratti.
Tra le 21,30 di giovedì e l’una di notte di venerdì 22, il libeccio ha toccato punte da tempesta violenta o di uragano sugli alti crinali montuosi, ma anche a quote medio-basse, sia interne che litoranee, ha soffiato con rara veemenza burrascosa al limite della qualifica di tempesta.
Le raffiche fino a 70-80 km/h non si sono contate, talora oltre i 90 km/h.
Anche a Pontremoli, tra le 22,20 e le 22,25, la velocità massima istantanea rilevata dall’anemometro posto sulla torretta del Seminario ha raggiunto i 94 km/h (da SSW), record dal 2004 per un vento di provenienza marina. Il 6 marzo 2008, da Nord, la tramontana aveva viaggiato fino a 95 km/h, punta misurata alle 8 del mattino e primato degli ultimi vent’anni.
La sfuriata ha mandato in tempesta anche il mare, che dopo lo sfogo del libeccio si è visto “pettinare” con un giro di 180° dovuto al ruotare delle correnti di nuovo a NW (maestrale). Raffiche asciutte e foriere di pulizia dell’orizzonte si sono messe in moto intorno alle 7, e hanno lavorato sodo rendendo luminosissima tutta la giornata e la visibilità eccezionale.
Al solito, come già visto sopra, il maestrale si è messo a riposo entro la tarda serata: conseguenza della notte serena e dell’aria fredda affluita e depositatasi nella vallata, è stata la caduta libera della temperatura, che al primo mattino di sabato 23, è scesa anche sotto i -5°C specie nelle aperte campagne.
Di fronte alla magnifica giornata prefestiva, dire che la domenica sarebbe stato tutt’altro menu atmosferico era roba da farsi ridere in faccia. La calma di vento e l’incipiente, ennesimo, giro di correnti a marino in quota, però, non potevano lasciare dubbi. Il risveglio domenicale, puntualmente piovigginoso e condito da nebbia d’avvezione, ha sancito il ritorno al tempo lugubre, che ha regnato pure lunedì 25 e continuato martedì 26 con pioggia più convinta.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni