
Pellegrinaggio a Montenero: la nostra diocesi anche quest’anno al Santuario di Livorno per rinnovare l’affidamento alla Madonna delle Grazie
Il Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, alla sommità del colle che domina Livorno, per ogni toscano è un luogo del cuore. Uno di quei “posti” dove vale sempre la pena ritornare.
Andare fisicamente per godere della bellezza del paesaggio e partecipare spiritualmente per farsi raggiungere dalla grazia di Dio che è “riversata” su di noi.
Il Santuario di Montenero si offre infatti come luogo di incontro tra Dio e l’uomo, luogo di meraviglia e stupore, luogo di miracoli, misericordia e preghiera. È una di quelle realtà dove l’anima respira la presenza della Madre, la Vergine Maria, dove si assapora la comunione che ci fa Chiesa e dove ci è offerta la possibilità di sentirci figli ed amati.
Sabato 28 settembre – ancora una volta, come da consolidata tradizione – la nostra diocesi si è recata al Santuario di Montenero per rinnovare l’affidamento alla Madonna delle Grazie, patrona della Regione Toscana, ed avviare ufficialmente il nuovo anno pastorale “sub praesidum Mariae” – sotto la protezione di Maria.
Molti fedeli, accompagnati dai loro parroci, si sono recati, processionalmente e recitando il S. Rosario, dal parcheggio dei pullman al piazzale del Santuario. Quindi è seguito un tempo per poter dedicarsi al sacramento della Confessione personale e la S. Messa solenne (nella moderna aula mariana) che il nostro vescovo, mons. Mario Vaccari, ha presieduto affiancato da mons. Alberto Silvani, vescovo emerito di Volterra.
Commentando la liturgia della parola del giorno, Fra’ Mario ha ricordato come il libro del Qoelet esponga il senso dell’esperienza della vita: se il presente dei giovani è rivestito dall’entusiasmo, la fragilità degli anziani porta invece a riscoprire il senso della “restituzione” per quanto il Signore ha donato.
Le esperienze della vita – ha proseguito – ci conducono a dover comprendere quanto “il nostro agire” sia in realtà “un soffio” che tornerà a Chi ci ha donato quel “germe” di pace e giustizia che coronerà e giudicherà l’esito delle nostre azioni: Dio Padre. Attraverso il mistero del Corpo e del Sangue di Gesù scopriamo come realmente Dio “è nostro rifugio” e possiamo così attraversare il percorso della nostra vita affidandoci alle Sue mani perché “Lui conosce cosa sia il bene”.
Giorno per giorno la preghiera (tanto quella del mattino come quella della sera) ci accompagna per affidarci al Padre e “restituirgli” l’amore che ci ha donato. Nel brano del Vangelo proclamato – ha aggiunto il Vescovo – Gesù ci esorta a non “guardare” soltanto i Suoi miracoli e la Sua Parola ma anche a ricordare la Sua passione, morte e risurrezione. La missione del Cristo è stata quella di cambiare “le sorti” degli uomini e questo ci viene manifestato durante ogni Eucaristia quando, in Sua memoria, il sacerdote rivive la consegna della Sua vita al mondo.
Come gli apostoli anche noi fatichiamo a comprendere perché “la pigrizia ci induce a non voler cambiare”. Questa superficialità non ci fa conoscere l’ottica della croce che significa riscoprire la nostra debolezza e lavorare per il bene delle nostre famiglie, delle comunità parrocchiali, della società civile.
Quindi mons. Vaccari si è riferito alla Vergine Maria che “ci accoglie a Montenero” insegnandoci a lavorare per “meditare” nel nostro cuore e comprendere l’importanza delle scelte che facciamo. Anche Maria, dall’annunciazione dell’angelo alla presenza sotto la croce, forse avrà faticato a comprendere “ciò che Dio le chiedeva” ma si è fidata di Lui.
Per questo ogni discepolo deve lasciarsi accompagnare dalla Sua presenza di Madre “che soffre con noi, sotto le nostre croci” e ci consola prontamente come Stella del mattino e Regina della pace. Al termine della celebrazione, tra l’eco dei canti e delle preghiere, tutti i fedeli presenti sono scesi in Santuario per venerare la venerata immagine della Madonna delle Grazie e ricevere la Sua benedizione.
Una benedizione che si è estesa a tutte le nostre parrocchie, ai nostri anziani e ai nostri ammalati. “A Te, Maria, affidiamo la nostra Chiesa diocesana: guidala al cammino della salvezza”.
Fabio Venturini