
In Cattedrale a Massa mons. Baturi ha presieduto il pontificale nella festa di San Francesco

A Massa, in Cattedrale, venerdì 4 ottobre, è stato celebrato il solenne pontificale in onore di San Francesco d’Assisi, patrono della diocesi apuana e della città. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha presieduto la celebrazione con il vescovo Mario, mons. Alberto Silvani, vescovo emerito di Volterra, e mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e di Pescia. Presenti sacerdoti e diaconi della diocesi, assieme a sindaci, autorità civili e militari.
La celebrazione si è aperta con l’atto conclusivo del Giubileo delle Stimmate nell’anniversario degli 800 anni dell’esperienza che san Francesco ha vissuto sul Monte della Verna.
Nella Cappella delle Stimmate, mons. Baturi ha pregato alternando l’Inno francescano “Altissimo e glorioso Dio”, a cui hanno fatto eco le parole del popolo, nell’inno di lode e di ringraziamento.
“Francesco – ha detto mons. Baturi nell’omelia – ci invita ad alimentare grandi aspirazioni. Quante violenze, invece, nascono dalla riduzione dei desideri a piccole pretese di dominio. Si diventa allora incapaci di amare liberamente e di accogliere con rispetto la libertà dell’altro. La vera gioia nasce dalla gratuità di un grande incontro d’amore, non dalle pretese di un dominio”.
Le stimmate Francesco le ha incise sul proprio corpo, ha proseguito “che è nostra esistenza concreta situata nella storia e nei contesti. Nel corpo abbiamo percezione del tempo che passa e delle vicende liete e tristi della vita. Il corpo di Francesco è assimilato a quello di Cristo Crocifisso per divenirne un’immagine viva”.
E la vita del Santo di Assisi oggi “parla alla nostalgia di gioia, di pace e di amore che abbiamo tutti e che ci possiede nel profondo”. Parla a tutti noi con la sua vita più che con le sue parole e la testimonianza dei suoi gesti resta ancora potentemente provocatoria, cioè del “chiamare verso”: come non farci ‘pro-vocare’ da chi, denunciato dal proprio padre, si spoglia di ogni vestito, dichiarando di avere un padre solo e intonando il ‘Padre Nostro’, dimostrando un abbandono totale a Dio?
Come non farci ‘pro-vocare’ da chi vuole seguire letteralmente le parole di Gesù “non prendete nulla con voi” al punto di voler sposare Madonna povertà? Come non farci ‘pro-vocare’ da chi riesce ad ammansire il lupo di Gubbio, tanto da farne un amico della città, dopo esserne stato un nemico? Come non farci ‘pro-vocare’ da chi chiama ogni creatura fratello e sorella, fino a chiamare sorella anche la morte?
San Francesco, uomo del Duecento parla all’uomo di oggi, invitandolo ad aderire con fede a Dio e a dialogare con i rappresentanti delle altre fedi; invitando a vivere coerentemente il Vangelo e a dialogare affinché i nemici diventino amici; richiamando fortemente all’attenzione e all’amore verso il creato e le creature, e ad accettare serenamente anche le fasi dolorose della vita, come la morte.
All’ex convento dei Cappuccini e in Duomo San Pio e San Francesco: celebrazioni e anniversari a Pontremoli
Il maltempo, ampiamente annunciato, non ha permesso la fiaccolata che come da tradizione fa memoria del transito di San Francesco la sera del 3 ottobre. Niente partenza dall’ex convento dei Cappuccini, ma appuntamento per tutti in Duomo per la celebrazione impreziosita dai canti della Corale Santa Cecilia, dall’omelia di don Pietro Pratolongo e da un importante concorso di fedeli.
L’indomani, la festa di San Francesco è stata celebrata sia a San Colombano che nella chiesa di San Lorenzo Martire. Per il gruppo dei volontari del gruppo missionario Padre Daniele, che dopo la dipartita dei Cappuccini animano la vita spirituale e l’ospitalità all’ex Convento, con la festa del Santo di Assisi si sono chiusi dieci giorni intensi, cominciati il 23 settembre, festa nella ricorrenza di San Pio da Pietrelcina, le cui reliquie sono conservate nella chiesa di San Lorenzo.
Quel giorno la devozione a San Pio ha richiamato moltissime persone alle celebrazioni religiose, a testimonianza ulteriore dell’affetto immutato dei pontremolesi per questo luogo di culto che, con la dipartita dei frati nel 2014, rischiava di andare perso, e con esso il deposito di fede costruito nel corso della sua storia.
È stato il lavoro umile e instancabile del Gruppo Missionario Padre Daniele guidato da Gabriella Sordi e la determinazione di don Pietro Pratolongo a ridare un orizzonte di senso alla struttura, divenuta Ospitale per i pellegrini della via Francigena, centro per ritiri spirituali e luogo ancora vissuto dai fedeli di Pontremoli.
La festa di San Pio è stata quindi l’occasione per celebrare i dieci anni dell’ospitale, per fare il punto sui programmi futuri e per benedire, durante con la messa solenne presieduta dal vescovo Fra’ Mario, il nuovo crocifisso, donato alla Chiesa di San Lorenzo dai volontari e dalla famiglia di Alessandro in suo ricordo.
La celebrazione delle due ricorrenze consegna quindi alla Chiesa locale la certezza che il convento dei Cappuccini, seppure in forme diverse dal passato, continua ad essere luogo di preghiera e di ospitalità, secondo la più autentica tradizione francescana. (D.T.)