
Successo per il Festival Biblico che si è svolto in Diocesi fra il 26 e il 31 agosto e imperniato sulla Prima Lettera ai Corinzi dell’apostolo Paolo
Si è concluso nello scorso fine settimana il “Festival Biblico” 2024 – “Prima lettera ai Corinzi: questione di metodo. La Comunità, la Comunione, la Resurrezione” – una serie di appuntamenti imperniati sul testo della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi scelto dal vescovo Fra’ Mario per il cammino pastorale della nostra diocesi.
Le due giornate conclusive del 30 e 31 agosto sono state precedute dai due incontri che si sono svolti in contemporanea lunedì 26, a Pontremoli e a Marina di Carrara, con la lettura del testo e la serata di mercoledì 28 agosto ad Avenza dedicata al linguaggio artistico dove è stato mostrato come alcuni passaggi del testo siano poi stati tradotti in opere d’arte.
Venerdì 30 e sabato 31 agosto gli incontri finali che si sono svolti fra approfondimenti e laboratori, momenti di studio ancora ad Avenza nei locali della parrocchia di Maria SS Mediatrice.

Don Alessandro Biancalani, referente del progetto “In ascolto della Tua Parola” coadiuvato da don Simone Giovanella e dalla prof.ssa Chiara Mariotti, ha guidato i partecipanti alla due giorni di lavori.
Il vescovo fra’ Mario ha partecipato a tutti gli appuntamenti del festival: “Tutto parte da Dio, tutto torna al cuore di Dio” è stato il suo saluto con il quale è iniziato il pomeriggio del venerdì, proseguito con la lettera paolina che i presenti sono stati invitati a leggere prima singolarmente, poi in piccoli gruppi e infine a staffetta nell’assemblea.
Dopo l’introduzione generale della prof.ssa Mariotti e i primi due interventi di don Alessandro e di un membro dell’equipe che sono serviti per “prendere le misure del testo”, i presenti hanno partecipato ad un primo laboratorio nel quale individuare le caratteristiche dell’evangelizzatore nei primi sette capitoli della lettera.
Sono seguiti due focus sull’evangelizzazione e la comunità che hanno concluso il primo pomeriggio di lavori. Denso di impegni il sabato, iniziato con un focus sul problema degli idolotiti (cap. 8) curato da don Simone e proseguito con due laboratori: prima il corposo intervento del prof. Stefano Romanello (purtroppo registrato per l’assenza obbligata del teologo e studioso di san Paolo, poi un approfondimento sulla Resurrezione (cap. 15) e una riflessione di chiusura sul capitolo 16.
Occasioni che hanno offerto tantissimo materiale per l’arricchimento personale, spirituale e culturale. La S. Messa, presieduta dal vescovo Mario, ha concluso i lavori del Festival: al termine della celebrazione a tutti è stato offerto un sacchettino di semi a simboleggiare il morire a se stessi per risorgere con Cristo, così come il seme deve morire per poter dare poi frutto.
Crocifissione, Cena e Resurrezione nell’arte
Ad Avenza, all’ombra della torre di Castruccio nel secondo degli incontri del Festival Biblico, l’architetto Roberto Ghelfi ha offerto al folto pubblico presente una carrellata di opere nelle quali grandi maestri dell’arte hanno rappresentato tre grandi temi tratti dal testo paolino e introdotti di volta in volta da don Simone Giovanella: la Crocifissione, la Cena e la Resurrezione.
Dai monogrammi del nome “Cristo”, nello stilizzato ‘chirò’, dei primi secoli, subito successivi alla scoperta della vera croce da parte di sant’ Elena nel IV secolo, fino alla crocifissione astratta del 1986 di William Congdon in cui la parte figurativa sparisce per lasciare posto a macchie di colore, fortemente evocative; dai mosaici del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna ai grandi crocifissi di Cimabue e Giotto, dal Cristo trionfante al Cristo paziente fino al possente Cristo Crocifisso che cerca di contorcersi nonostante i chiodi, opera di Michelangelo.
Dalla Cena rappresentata negli affreschi del VI secolo in Santa Maria Antiqua a Roma, al Cenacolo di Leonardo da Vinci, da subito diventato simbolo per eccellenza di quella pagina evangelica.
E così per la Resurrezione. Dalla formella dell’altare di Sant’Ambrogio a Milano, passando per Piero Della Francesca fino a Guido Reni, la cui Resurrezione ha trovato posto nelle case di moltissimi di noi. Dal Cristo con il piede appoggiato al bordo del sepolcro al Risorto posto a mezz’aria nelle posizioni più disparate.
Un percorso, quello di Roberto Ghelfi, attraverso due millenni d’arte durante i quali l’iconografia dei tre temi paolini è giunta fino ai giorni nostri.
(S.L.)