
La cronaca meteo degli ultimi sette giorni parte dai prodromi del gravoso evento alluvionale consumatosi tra il nord delle Marche, la Romagna e una parte del Bolognese e dell’alto Mugello.
La circolazione atmosferica, del tutto simile a quella che aveva determinato i disastri del maggio 2023, non lasciava dubbi: le piogge intense avrebbero battuto a lungo le aree menzionate lasciando più “in ombra” tutte le regioni circonvicine.
I venti orientali e poi settentrionali più a W, sul Mar Ligure, ciclonici e quindi lungi dal recare bel tempo o almeno qualche schiarita, hanno soffiato dal pomeriggio del 16 fino al 21, dapprima accompagnando le precipitazioni – modeste nei versanti sottovento – e poi continuando a spirare allorché, all’aumento della pressione, il tempo è andato lentamente migliorando. La pioggia ha avuto una lunga durata anche nelle regioni al riparo dal flusso aereo da NE, ma scendendovi per lo più con debole intensità.
In meno di un anno e mezzo, quindi, si è incredibilmente ripetuta una congiuntura perturbata nelle medesime aree già tanto provate al termine della primavera dello scorso anno, ai primi e a metà del mese di maggio: con buona pace dei tempi di ritorno degli eventi memorabili…
Presso i confini tra le province di Bologna, Firenze, Ravenna e Forlì-Cesena, si sono misurati gli accumuli più ingenti, superiori ai 300-350 mm: quantitativi enormi per quelle zone, quei suoli e quei climi, che non sono piovosi come il nostro. Il miglioramento di sabato 21 e domenica 22 ha concesso una tregua, in realtà più sabato che domenica perché il 22 le nuvole hanno ripreso ad affollare il cielo, questa volta annunciando un guasto del tempo di provenienza atlantico-mediterranea.
Intanto, terminata pure la decade centrale di settembre, si è potuto calcolare che, dopo tante decadi più calde del normale, questa si è distinta per temperature più contenute, specie nei valori massimi.
La media giornaliera inferiore alla norma di 1,5-2°C, infatti, la si è dovuta a massime in deficit di ben 3-4°C a fronte di minime più prossime ai valori climatologici attesi. L’arrivo del nuovo sistema frontale, atteso inizialmente già la notte di domenica 23, è stato posticipato dai modelli al mattino e, infine, alla tarda mattinata di lunedì.
La pioggia, una volta tanto decisa a non sbugiardare i meteorologi, ha preso a scendere giusto tra le 11 e le 11,30 di lunedì 24. Precipitazioni di maggiore intensità, anche temporalesche, messe in conto per il pomeriggio e la serata, non hanno infierito sulla Lunigiana e i tuoni si sono uditi quasi sempre piuttosto lontani, in direzione della costa.
La Lunigiana orientale e l’area di costa, meno toccate dai fenomeni sia a valle che in montagna, hanno visto piogge dell’ordine dei 10-25 mm.
Più interessate, invece, l’alta Lunigiana occidentale, in destra idrografica, tra Zerasco, Pontremolese e Mulazzese, con alcuni pluviometri montani che hanno ricevuto fino a 60-65 mm, e il centro vallivo-collinare da Tresana a Licciana con 30-50 mm.
La prima “tempesta equinoziale”, in definitiva, si è rivelata clemente nelle nostre bande, mentre più a sud, tra Pisano e Livornese, i nubifragi hanno sferzato il territorio con violenza e si lamentano, purtroppo, anche disgrazie di persone.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni