
Approvata dalla Regione dopo un iter di studio e analisi di quasi due anni

“Ma come è possibile che un tartufo di qualità come il vostro non sia riconosciuto ufficialmente?”. Questa domanda rivolta nel dicembre 2022, nata quasi per caso da parte della vicepresidente della regione Toscana, Stefania Saccardi, si è trasformata poi in un percorso che ha portato alla nascita della nuova zona geografica di provenienza del “tartufo bianco della Lunigiana” nei territori di tutti i comuni della Lunigiana. Una proposta di delibera che è stata recentemente votata in Regione e che ha ricevuto il parere positivo di Pd, Lega e FdI e l’astensione del M5S, in commissione Sviluppo economico e rurale, presieduta da Gianni Anselmi. Ma il tutto, come detto, è nato in maniera quasi informale da quel primo incontro avvenuto nel dicembre del 2022 a Bagnone nel corso del primo festival del “Tartufo della Lunigiana”, come ci racconta Simone Mori esperto ricercatore di funghi e di tartufi e che proprio dalla raccolta di questi preziosi prodotti della terra ha avviato un’attività commerciale di assoluto interesse.

“Sì – racconta Mori – dopo aver tentato di dar vita a questo progetto di un incontro legato al tartufo della Lunigiana ho trovato il supporto di Daniele Lombardi (allora vicesindaco di Bagnone). In quell’occasione c’è stata la visita della vicepresidente regionale che è rimasta stupita della qualità del nostro prodotto. è stata la scintilla per dare vita ad un progetto che avevo in animo ormai da diverso tempo”. Da quel momento si è quindi aperto un percorso per permettere il riconoscimento del tartufo della Lunigiana “il primo passo – ci racconta ancora Mori – è stata la creazione dell’associazione Tartufai della Lunigiana, un atto necessario per arrivare poi al riconoscimento”. Un’associazione che conta una cinquantina di iscritti e di cui lo stesso Mori è presidente con vicepresidente Walter Gorlandi. A quel punto si è potuto procedere con la richiesta ufficiale di riconoscimento alla Regione Toscana, e da Firenze si sono quindi attivate le varie procedure con una mappatura del territorio delle zone di raccolta, e l’esame, da parte dell’Università di Siena del prodotto, che ha certificato la presenza del tartufo bianco (Tuber magnatum Pico) nel territorio della Lunigiana e dalla quale è emerso che la presenza delle tartufaie è articolata su tutti i Comuni dell’area. Alla fine, dopo due quasi due anni di cammino, è arrivato quindi il prezioso riconoscimento. Che però, come spesso accade, non è un punto di arrivo ma la conclusione di una tappa che può dare il via ad una nuova partenza “questa certificazione può rappresentare davvero un punto di svolta per il nostro territorio e il suo rapporto con il bosco. Ed anche creare possibilità dal punto di vista lavorativo”. Certo già in questi anni le cose sono cambiate “c’è molta più consapevolezza anche da parte dei ristoratori locali. Quando ho iniziato questa attività solo due o tre ristoranti usavano il tartufo della Lunigiana oggi posso dire che almeno il 70% ne fa uso”.
Ma, chiediamo a Mori, quale è la particolarità del tartufo locale? “è un prodotto di grande qualità ha un profumo del tutto particolare, intenso e penetrante, con sentori di fungo, miele, e spezie, e un gusto leggermente piccante. Ma è anche un prodotto che segnala anche il valore del territorio. Infatti il tartufo cresce solo in contesti ambientali poco inquinati, l’assenza di grande industrie e di fonti di inquinamento hanno permesso che la Lunigiana restasse un’area praticamente incontaminata”. Insomma un prodotto di grande qualità che potrebbe avere tutte le caratteristiche per sposarsi appieno con tanti piatti della tradizione gastronomica della Lunigiana “assolutamente sì – ci conferma Mori – non a caso da diverso tempo sto proponendo, anche con buon successo, il testarolo con il tartufo. Ma si potrebbe abbinare benissimo anche con la carne, ad esempio una spolverata di tartufo su dell’agnello di Zeri potrebbe rappresentare un piatto davvero gustoso ed anche un modo per innovare alcuni classici della nostra cucina”. Ed ora il prossimo passo è il riconoscimento anche per il tartufo nero uncinato “è il classico tartufo che si raccoglie in autunno inverno. è una varietà molto apprezzata, dal prezzo estremamente interessante. Ho molto acquirente di questa tipologia di tartufo dall’America che sono rimasti incantati dal suo sapore”. Insomma, come detto, il cammino è appena iniziato alla scoperta del tartufo della Lunigiana e il tartufo bianco potrebbe avere presto, ci auguriamo, compagnia.
(Riccardo Sordi)