
L’anniversario festeggiato durante la festa patronale di San Giovanni Battista a Villafranca
Per la comunità villafranchese la festa patronale di San Giovanni Battista, il 24 giugno, quest’anno ha rappresentato anche l’occasione per festeggiare il sessantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale del parroco don Giovanni Barbieri.
La messa solenne delle 11 è stata dunque anche messa di ringraziamento per don Giovanni. La celebrazione, resa più partecipata dai canti del coro, guidato dal maestro Pierfrancesco Carnesecca, ha radunato attorno alla mensa eucaristica i sacerdoti del Vicariato, il vescovo emerito mons. Alberto Silvani, i diaconi e don Claudio Fresoli, giunto dalla vallata fivizzanese. Una scelta non casuale, quella di ricordare la ricorrenza in occasione del Santo patrono.
Non solo perché don Giovanni di Villafranca non è soltanto parroco dal lontano 1987, ma ne è pure nativo, ma perché, come lo stesso sacerdote ha affermato, la personalità irruenta del Battista ha fortemente influenzato la sua vocazione.
“In questa chiesa – ha aggiunto – ho celebrato la prima Eucarestia, ho indossato la pianeta di oggi, intrisa di ricordi e di volti, ho incontrato gli anziani che cantavano ‘Il Mattutino’, in latino strampalato, ma con fede genuina, a partire dai miei genitori”.
Attualmente parroco, oltre che delle due parrocchie del capoluogo, anche di Virgoletta e Merizzo, don Giovanni è stato prima di allora giovane cappellano del Duomo di Pontremoli e successivamente parroco a Soliera e a Filattiera.
La sua ordinazione, il 28 giugno del 1964 per mano del vescovo Giuseppe Fenocchio, è stata nuovamente festeggiata proprio nel vespro dello stesso giorno durante la messa feriale in San Francesco.
I fedeli, giunti da varie parrocchie, i canti gioiosi, accompagnati alla chitarra da Agnese, la presenza di don Pietro Giglio, di don Francesco Pagani, dei diaconi Loris e Alcide, hanno arricchito un anniversario fortemente voluto dai suoi parrocchiani.
“Il servo – ha sottolineato don Giovanni nell’omelia – si sente al sicuro perché Dio rende efficace il ministero degli inviati, pur nella loro debolezza. Nella mia missione non sono mancati momenti difficili, ma nemmeno quelli della letizia, del sostegno, della condivisione. Chiedo perdono per le mancanze e, nel Calice, depongo le mie e vostre speranze, mentre il Risorto ripete “Io sono con voi tutti i giorni”.
“Nell’immagine che avete ricevuto – ha proseguito – c’è una foto che mi ritrae a Finisterre, dove il cielo e l’Oceano si incontrano fondendosi in un “‘unicum’ che rimanda all’Eterno. La frase ‘Quando la sera scende…’ è tratta da una canzone toccante di don Adriano Filippi, sempre presente nel mio cuore. Ovviamente al ‘calar della sera’ si va verso l’Infinito, verso quell’Oltre che ci attende, quando il Signore vorrà”.
Prima della fine dell’eucaristia, a cui ha partecipato anche il sindaco Bellesi in fascia tricolore, la lettura della Benedizione da parte di Papa Francesco, la pergamena di ringraziamento per gli aiuti ricevuti da una parrocchia della Costa d’Avorio, il saluto riconoscente delle comunità portato da Alice Vietina.
Come dono una somma in denaro che don Giovanni userà per ulteriori lavori di ristrutturazione della chiesa. Ha chiuso la serata un ricco rinfresco nel Chiostro
Ivana Fornesi