Restituire “in parole ed opere” a chi è nel bisogno

Pontremoli: Bassone ha festeggiato i Santi Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù

Il mondo di oggi ci abitua a vivere in una logica del “dare-avere” che porta a monetizzare tutto e ad aumentare le disuguaglianze. In risposta a quest’ottica malsana è posta la IV giornata mondiale dei nonni e degli anziani.
Siamo invitati a fermarci, ad osservare, a dialogare con quelle persone che “liberamente e gratuitamente” sono state il fondamento delle nostre case e della nostra società.
Papa Francesco, nel messaggio rivolto in questa circostanza, ha spronato a non fare mancare la nostra vicinanza ai nonni e agli anziani, a visitare coloro che “sono sfiduciati” e chi pensa che “un futuro diverso” sia impossibile.
In quest’occasione – che si celebra la domenica successiva al 26 luglio, memoria dei Santi Anna e Gioacchino, genitori della Vergine Maria e nonni di Gesù- la mattina di domenica scorsa la comunità di Bassone ha avuto l’onore di accogliere mons. Mario Vaccari, nostro vescovo diocesano.
Nella parrocchiale, dedicata all’apostolo Giacomo, erano presenti molte persone giunte sia dai paesi limitrofi sia da quei luoghi che per necessità sono divenuti “abitazione” per molti conterranei che continuano a serbare nel cuore l’affetto per i paesi nativi. A fare gli onori di casa è stato il coparroco don Francesco Sordi mentre il coro parrocchiale ha dato un tocco solenne alla celebrazione.
La figura di Sant’Anna, la cui festa è da sempre sentita a Bassone, ha permesso di celebrare le mamme e le nonne delle nostre campagne che – tanto nell’umiltà di mettere “su i testi” come nell’arte del coltivare “i campi”- hanno speso la loro vita insegnando una fede genuina fatta non di parole superflue ma di concetti concreti.
Il Vescovo Mario nell’omelia ha invitato a riflettere su quel segno “grande e importante” della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Un evento avvenuto dove “c’è erba”, dove Gesù invita ad accomodarsi, dove il giaciglio fa recuperare le fatiche e il senso delle parole del Maestro… quei pochi pani e quei pesci sono l’offerta prudente di un giovane che diventa risposta a comprendere il senso della generosità.
È così che assaporiamo come i miracoli, compiuti dallo Spirito Santo, passano attraverso la realtà dei figli di Dio. Questa logica si oppone ai poteri forti e alle guerre che sottomettono le ricchezze dei luoghi per arrivare a possederle.
Il pane “disceso dal cielo” – ha proseguito il vescovo Mario – è quel segno eucaristico che porta a restituire “in parole ed opere” quanto abbiamo ricevuto: restituire in parole per rendere lode a Dio con la preghiera, restituire in opere per offrire le nostre vite a chi è nel bisogno. Mons. Vaccari ha infine invitato a fare nostre le parole dell’Apostolo nella lettera agli Efesini: comportarsi “in maniera degna” della chiamata ricevuta, rivestire l’umiltà, la dolcezza, la magnanimità per poter essere cristiani consapevoli e credibili.
I vespri pomeridiani e la processione in onore di Sant’Anna hanno concluso la giornata di festa.

Fabio Venturini