
Fivizzano. Il 9 febbraio 1477 i Priori fivizzanesi si promettevano a Firenze
Lo stesso giorno, 9 febbraio 1477, della morte di Spinetta Malaspina, ultimo marchese di Fivizzano, i Priori fivizzanesi scrivevano alla “magnifica” Signoria di Firenze, promettendo “fideltà e divozione”. Un mese dopo, il 7 marzo 1477, fra i rappresentanti di Fivizzano e 7 senatori di Firenze, tra cui Lorenzo il Magnifico, “furono stipulate le convenzioni della dedizione di Fivizzano a Firenze”.
Si ritiene che con questo atto furono poste le basi per un rapporto duraturo fra i due contraenti, di prestigio e di utilità per la “Firenze di Lunigiana”, di interesse politico e strategico per la vera Firenze, un rapporto contrassegnato da dimostrazioni di amicizia, come la costruzione delle mura e come la dichiarazione di Città Nobile per la Terra di Fivizzano.
Fu Cosimo I, figlio di Giovanni dalle Bande Nere, al potere dall’età di 18 anni, a partire dal 1537 fino al 1574, a volerle e a farle realizzare, “per creare un forte presidio nello scacchiere nord -orientale dei propri domini”. Un acceso sostenitore della necessità di circondare Fivizzano di mura fu il grande predicatore agostiniano Alessio Casani, che il 6 dicembre del 1557 accompagnò Cosimo I e la moglie Eleonora di Toledo a visitare le fortificazioni ormai ultimate.

Le mura risultarono un’opera assai modesta, ma il “duca Cosimo voleva dimostrare uguale amorevolezza verso tutte le parti del proprio dominio”, tanto più in quanto “immortalata dal dipinto di Giorgio Vasari, che si trova a Firenze in Palazzo Vecchio, nel quartiere Leone X, nella Sala di Cosimo I: un’anziana donna inginocchiata, simbolo di fedeltà, ringrazia Cosimo I per la costruzione delle mura”.
A Fivizzano la mostra “Nel segno di Cosimo I de’ Medici e Giorgio Vasari. Il secolare vincolo di fedeltà tra Firenze e Fivizzano” è allestita nel Museo di San Giovanni degli Agostiniani ed è visitabile tutti i giorni, da lunedì a domenica, fino al 30 settembre dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 17,30.
Fivizzano ha voluto rendere omaggio, nel 450° anno dalla morte (anche di Giorgio Vasari), alla memoria di colui che è considerato il primo vero sovrano dell’età moderna, esponendo all’interno del Museo di San Giovanni il ritratto del Granduca, opera del pittore Agnolo Bronzino, la riproduzione fedele dello scettro e della corona granducale e del Toson d’oro, provenienti dal Museo dei Medici di Firenze.
Sono in mostra anche due riproduzioni (una fotografica, l’altra dipinta dal pittore Daniele Govi) dell’Allegoria di Fivizzano affrescata da Giorgio Vasari con il collaboratore Stradano nella Sala di Cosimo I a Firenze.
Il ritratto esposto, un olio su tavola di pioppo, è l’immagine del sovrano alla soglia dei cinquant’anni. “L’espressione fiera e autoritaria è lo specchio del suo reale carattere”.
La mostra, inaugurata il 1° giugno nel Museo di San Giovanni, alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del prefetto di Massa Carrara Guido Aprea, del direttore del Museo Medici di Firenze Samuele Lastrucci, del sindaco Giannetti e dell’assessora Nobili, è stata presentata dal funzionario comunale Francesco Leonardi.
Andreino Fabiani