Un giugno dal classico tempo variabile – instabile

La prima decade di giugno è trascorsa in un lampo in una continua scorribanda di nuvole. Non si è ancora visto un giorno classificabile come “sereno o poco nuvoloso”, ma solo qualche ora di cielo sgombro in ore antimeridiane; la latitanza di un’alta pressione di qualsiasi matrice dà ragione di un tale andamento.
Quindi, per quanto siano state dominanti le schiarite mercoledì 5, neppure in quella data è stato possibile registrare la S di sereno nello stato medio del cielo. Anche il 4 il tempo era stato più che accettabile, mentre dal 6 in avanti si è assistito ad un vero e proprio ‘accampamento’ di nuvolaglia di ogni genere e varietà.
Dopo i rovesci temporaleschi di domenica 2, peraltro, le precipitazioni si sono limitate sia nell’intensità che nella durata, lasciando spazio ad un tempo mediocre a tratti brutto, privo di fenomeni eclatanti. Le correnti, da fresche e di provenienza sud-occidentale, si sono fatte man mano più tiepide e poi caldo-umide sciroccali.
Il trasporto di polveri sahariane si è rivelato in tutta la sua portata durante i piovaschi di sabato 8 nel tardo pomeriggio e al mattino di domenica 9. Il deposito di sabbia strappata al deserto – giunta fino a latitudini anche più settentrionali di quelle italiane – ha tinto di colore rossastro tutte le superfici esposte.
Un parziale lavaggio è venuto solo con la pioggia più pulita caduta domenica sera e lunedì. Tra la tarda serata del 9 e il mattino del 10, localmente, si sono ripetuti scrosci temporaleschi, i quali hanno interessato il territorio lunigianese a capriccio.
L’area compresa tra Villafranca, Bagnone e Filattiera si è ripresa il grosso della passata (da 25 a 40 mm), come già verificatosi lo scorso 31 maggio. Altrove, gli apporti si sono tenuti su valori più modesti, fra i 10 e i 20 mm.
Il flusso di correnti è rimasto dai quadranti meridionali e martedì ha girato a SW recando aria un tantino più fresca. Le immagini MeteoSat mostravano l’ovest del continente europeo percorso da nuvolosità irregolare e, salvo brevi fasi di relativo miglioramento, non è alle viste un periodo di stabilità.
Non si tratta di singolari capricci del meteo di giugno: si potrebbe star qui a scrivere pagine e pagine di situazioni simili occorse nel mese di giugno, specialmente nella sua prima metà, nella stragrande maggioranza dei casi. Nella seconda metà del mese, invece, avvicinandosi il solstizio d’estate, può essere che aumentino le probabilità di tempo più stabile, ma anche questo è lungi dall’essere matematico perché ogni annata fa quel che vuole.
L’andamento meteorologico, allora, è da prendere serenamente così come viene, perché si fa presto a parlare di stranezze, quando in vece, il più delle volte, si è cospetto di ‘versi’ tipici della stagione e del nostro clima, anche se la memoria dei più è corta e tende ad enfatizzare quel che vive sul momento.
Già nei secoli scorsi, gli studiosi delle condizioni meteo se ne erano accorti e qualcuno aveva scritto che “sta nella natura dell’uomo di giudicare soverchiamente le sensazioni presenti, dimenticando con molta facilità le passate”.
Quel che è certo, e non ci si stancherà mai di ripeterlo, è che ora i fenomeni si verificano in un mutato quadro termico, in una atmosfera più calda del passato.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni